(dell'inviata Silvia Gasparetto)
La voce quasi non c'è. E i
postumi dell'influenza che l'ha costretta a lasciare in anticipo
il Consiglio europeo le fanno saltare anche l'esperienza di una
gita in slitta, trainata dalle renne, che sono l'altro simbolo
della Lapponia finlandese insieme a Babbo Natale. E' proprio
Santa Claus che Giorgia Meloni trova ad accoglierla (e
abbraccia) insieme al primo ministro finlandese. Petteri Orpo ha
chiamato altri tre capi di governo di centrodestra - a
Saariselka ci sono anche il greco Kyriakos Mitsotakis e lo
svedese Ulf Kristersson - per stringere il coordinamento tra
Nord e Sud, tra i Paesi che rappresentano i confini esterni
dell'Europa e che condividono, nonostante le distanze
geografiche, le stesse sfide in tema di sicurezza e migranti.
Paesi che fino ad alcuni anni fa non sempre erano inclini a
parlarsi, che "storicamente sulle questioni europee sono stati
spesso su fronti molto diversi", ha sottolineato la stessa
Meloni, in Lapponia con la figlia Ginevra, presentandosi quasi
afona al vertice. Dove si è parlato anche di spese per la difesa
su cui, per la prima volta, dai nordici tradizionalmente frugali
non si è registrata, come sottolineano fonti italiane, una
totale chiusura. Certo la discussione non è entrata in dettagli
pratici, se procedere attraverso Eurobond o scorporando le spese
dal Patto di stabilità (come chiede da tempo l'Italia), ma
nessuno mette più in dubbio che ci sia la necessità di aumentare
le risorse "mettendo a disposizione strumenti nuovi", che non
compromettano i conti pubblici degli Stati. Ma la discussione
davanti al camino (tutti senza scarpe come usa a queste
latitudini) ha permesso di affrontare il tema da posizioni "meno
distanti. E' un inizio", spiegano sempre dalla delegazione
italiana. E il formato, nuovo, avrà nuove riunioni nei prossimi
mesi, con tappa in Grecia molto probabilmente. Anche il target
del 2%, che l'Italia tra gli altri ancora non ha raggiunto, è
stato oggetto di riflessione perché la questione delle spese per
la difesa è stata affrontata nelle tre dimensioni, nazionale,
europea e in sede Nato, con i leader che si sono trovati
concordi sulla necessità che queste tre voci "dialoghino
meglio". Sempre col faro di non gravare sui conti pubblici.
La strada è lunga, e sarà tema oggetto anche del prossimo
Consiglio europeo straordinario di febbraio. E anche per
preparare quella riunione tessendo nuove alleanze interne è
stato pensato il summit, che ha visto insieme ai 4 leader
anche l'Alta rappresentante per la politica estera Ue Kaja
Kallas nella baita, a 260 chilometri sopra il Circolo polare
artico e ad appena 50 chilometri dalla frontiera con la Russia.
Sono le ore gravi dell'attentato di Magdeburgo, con il tema
della sicurezza che diventa ancora più centrale, sottolinea la
premier italiana ribadendo la "massima solidarietà all'intero
popolo tedesco". Protetti dalla notte polare finlandese (il
periodo è quello in cui non ci sono mai ore di luce) i primi
ministri di Finlandia e Svezia, freschi di ingresso nella Nato,
hanno introdotto la questione della sicurezza e della guerra
ibrida di Mosca lungo i 1.340 km di confine condivisi con la
Finlandia. E hanno scandagliato anche delle interconnessioni
marine, questione che accomuna il Mar Baltico e il Mediterraneo.
Delle specificità della sponda Sud hanno parlato poi Meloni e
Mitsotakis, introducendo il nodo della gestione dei migranti. La
premier italiana ha sottolineato il valore strategico della
politica della dimensione esterna e del valore delle nuove
partnership con i paesi africani. E ha ribadito l'importanza di
risolvere il nodo dei Paesi sicuri, anche alla luce della
volontà della Commissione di anticipare ai primi mesi del 2025
la direttiva sui rimpatri. Mentre la Grecia ha spostato il focus
anche sui rapporti con la Turchia e i problemi della
navigazione. Le discussioni continueranno a una cena tra i soli
leader prima della chiusura del vertice senza un documento
finale, dato il contesto informale, ma con delle dichiarazioni.
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