(di Michele Esposito)
Un ulteriore passo lontano
dall'Europa, dall'Occidente. Il premier georgiano Irakli
Kobakhidze, mentre da quasi un mese infuria la protesta nelle
strade di Tbilisi, ha insignito il ministro dell'Interno
Vakhtang Gomelauri e quattro funzionari della più alta
onorificenza nazionale per la loro azione repressiva contro i
manifestanti.
I cinque sono tra i membri delle autorità georgiane
sanzionati dagli Usa e dalla Gran Bretagna e che, senza il veto
di Ungheria e Slovacchia, avrebbero potuto finire nella
blacklist anche dell'Ue. Tra i quattro funzionari c'è anche il
direttore del Dipartimento di Polizia di Tbilisi. Il ministro
Gomelauri, inoltre, è stato promosso a vice premier.
La mossa di Kobakhidze è destinata a incendiare ulteriormente
la piazza a nove giorni dal cambio di guardia alla presidenza
della Repubblica, quando l'europeista Salomé Zurabchvili dovrà
lasciare l'incarico al presidente eletto - l'ex calciatore
Mikheil Kavelashvili - da una commissione elettorale dominata
dal partito filorusso di governo, Sogno Georgiano.
Zurabchvili, in audizione alle commissioni congiunte Esteri e
Difesa, ha tuttavia confermato che non intende lasciare
l'incarico. "Sarebbe un tradimento verso chi protesta", ha
sottolineato l'ex diplomatica, incurante delle minacce del primo
ministro, il quale l'ha già avvertita che, in un modo o
nell'altro, dovrà lasciare il palazzo presidenziale. Il leader
di Sogno Georgiano, sotto l'egida della Russia, non ha alcuna
intenzione di retrocedere. Anzi, ha annunciato compensazioni di
Stato per tutti coloro che saranno danneggiati dalle sanzioni di
Londra e Washington.
Nel frattempo, a due mesi di distanza, l'Osce-Odhir ha
pubblicato il rapporto finale sulle elezioni che registrarono la
contestatissima vittoria dei filorussi. "Numerosi problemi hanno
avuto un impatto negativo e compromesso l'integrità del voto e
hanno eroso la fiducia del pubblico nel processo", ha rimarcato
il capo della missione elettorale dell'Osce, Eoghan Murphy,
certificando le convinzioni dell'Occidente.
Contemporaneamente, la Coalizione dei Paesi per la libertà di
stampa - presieduta da Estonia e Germania e della quale fanno
parte anche Italia, Usa e Gran Bretagna - ha condannato le
violenze e intimidazioni in atto in Georgia nei confronti dei
giornalisti. Una condanna netta, nei confronti di Tbilisi, è
arrivata anche dal summit Ue riunitosi giovedì. Poche ore dopo
la Commissione Ue proposto la sospensione di ogni facilitazione
per i visti ai membri delle autorità georgiane, inclusi i
diplomatici.
Sulle sanzioni, tuttavia, difficilmente l'Ue potrà andare
avanti, bloccata dal veto dei sovranisti Viktor Orban e Robert
Fico. "La propaganda russa si sta infiltrando in tutta Europa",
è stato l'amaro avvertimento di Zurabchvili al Senato italiano.
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