"Tutti quanti ci rendiamo conto
della valenza geopolitica dell'accordo con il Mercosur, ma far
pagare il conto, su pressione di un solo Paese ovvero la
Germania, nello smantellamento della produzione agricola europea
non va". A sottolinearlo all'ANSA è Luigi Scordamaglia,
amministratore delegato di Filiera Italia, all'indomani della
firma dell'intesa tra l'Ue e il Mercosur.
Secondo Scordamaglia il sistema di tutele messo in campo
dalla Commissione e il miliardo annunciato per gli agricoltori
Ue è "offensivo" e "raggiunge il paradosso con la messa a punto
di un fondo europeo da 1,8 miliardi per facilitare la
transizione verde nei Paesi Mercosur". L'accordo potrebbe essere
compatibile con il sistema produttivo europeo solo con una "vera
reciprocità. Oggi sappiamo che i Paesi del Mercosur usano
sostanze vietate in Europea per la crescita degli animali e le
colture. La Commissione ci dide che ha avuto garanzie che non
saranno usati, ma gli effetti sui costi di produzione ci sono
comunque. Non solo. Il 90% di questi prodotti arrivino in Europa
da un porto solo, che ha controlli inesistenti, ed è quello di
Rotterdam", sottolinea Scordamaglia, che avverte: "continueremo
a chiedere con forza all'Italia di tenere un profilo
assolutamente contrario".
Dal punto di vista delle compensazioni l'ad di Filiera Italia
insiste che, quelle annunciate dalla Commissione, sono
"elemosina" di fronte a quella che appare come una
"rottamazione" delle imprese agricole europee. "Con questa Pac,
le perdite per gli agricoltori europei, finora hanno ammontato a
85 miliardi. Senza una riforma della Pac, nel 2028-34
arriverebbero 166 miliardi", ricorda Scordamaglia, secondo il
quale "più di flash mob in cui mettere le bandierine" è arrivato
il momento di "proposte concrete. Senza le quali noi faremo di
tutto, affinché questa asimmetria" derivata dall'intesa
Ue-Mercosur "venga bloccata".
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