(di Mattia Bernardo Bagnoli)
La cerimonia di riapertura di
Notre Dame, a Parigi, potrebbe trasformarsi in un pre-vertice di
pace sull'Ucraina. Tra i 40 capi di Stato e di Governo che
domani affolleranno le navate della cattedrale francese tirata a
lucido dopo il tragico incendio di cinque anni fa, infatti, ci
saranno Volodymyr Zelensky e il presidente eletto Donald Trump.
E da Kiev fanno capire che un incontro fra i due "è possibile".
Lo staff di Zelensky d'altra parte è al lavoro da settimane
per intercettare gli uomini più vicini al tycoon. Il capo
dell'ufficio presidenziale, il potentissimo Andrii Yermak, si è
appena recato negli Usa con Serhii Boiev, vice ministro della
Difesa per l'integrazione europea, dove ha avuto delle riunioni
con il vicepresidente eletto J.D. Vance e Mike Waltz, il futuro
Consigliere per la Sicurezza Nazionale. L'incontro - stando a
fonti della Cnn - non aveva lo scopo di discutere un potenziale
piano di pace o una soluzione alla guerra ma semmai "condividere
la valutazione ucraina" della situazione sul campo di battaglia
e stabilire un rapporto di lavoro. Yermak e Boiev hanno
presentato un quadro generale della loro strategia di difesa,
senza però entrare nei dettagli, mentre Waltz e Vance hanno
optato per una "modalità di ascolto".
La campagna elettorale è finita e chiudere la guerra in 24
ore, come aveva promesso Trump, non sarà chiaramente possibile.
Tocca dunque rimboccarsi le maniche e confrontarsi con la realtà
- scomoda per entrambe le parti. Washington, ad esempio,
continua a ripetere a Kiev che puoi avere tutte le munizioni e i
mezzi militari del mondo ma se al fronte non hai gli uomini
necessari per tenere le linee le cose di metteranno male. "Sulla
mobilitazione ci sono scelte dure da compiere ma andranno
compiute", ha ribadito al termine della ministeriale Nato il
segretario di Stato Usa Antony Blinken. Ma Zelensky si rifiuta
di abbassare l'asticella sino ai 18 anni, per ragioni
comprensibili sia politiche che umanitarie. Eppure è difficile
ipotizzare che la nuova amministrazione, sul punto, abbia una
visione diversa qualora dovesse scegliere di proseguire il
sostegno.
Tra gli invitati spiccano i nomi del presidente della
Repubblica Sergio Mattarella, il presidente tedesco Frank-Walter
Steinmeier, il polacco Andrzej Duda, il croato Zoran Milanovic,
il bulgaro Roumen Radev, l'estone Alar Karis, il finlandese
Alexander Stubb, il lituano Lituanien Gitanas Nauséda nonché
tanti leader africani, come il presidente del Congo Denis Sassou
Nguesso, il presidente della Repubblica democratica del Congo,
Félix Tshisekedi, ma anche Brice Oligui Nguema (Gabon) e Faure
Gnassingbe (Togo). Il presidente americano uscente, Joe Biden,
sarà rappresentato dalla moglie, Jill.
Piccolo giallo invece per la presidente della Commissione
Europea Ursula von der Leyen: era stata annunciata la sua
presenza, poi revocata. A quanto pare un "errore nella
comunicazione" da parte dello staff. Ma alcuni osservatori fanno
anche notare che la presidente è di ritorno dal Sudamerica per
l'accordo con il Mercosur, indigesto a Parigi.
Tra le teste coronate, Philippe e Mathilde del Belgio nonché
il Principale Alberto di Monaco. Londra invece sarà
rappresentata dal principe William. Ma senza Kate.
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