"Un attacco così grave contro
l'infrastruttura di uno Stato democratico non c'era ancora mai
stato al di fuori dell'Ucraina in Europa. La Serbia non è la
Russia, ma la Serbia copia le strategie russe e le traspone nel
contesto regionale". Lo ha detto la vicepremier e ministro degli
Affari Esteri kosovara, Donika Gërvalla-Schwarz, in un'audizione
della Commissione Affari Esteri del Parlamento europeo convocata
per discutere dell'attacco alle infrastrutture critiche nel nord
del Kosovo nei giorni scorsi.
La ministra ha poi ricordato il fallito attentato del
settembre dello scorso anno nel nord del Kosovo, accusando
Belgrado di aver cercato di "operare un intervento militare in
un Paese con una forte presenza Nato". "Una decisione così grave
è difficile che sia avvenuta senza un coordinamento con la
Russia", ha detto, aggiungendo che Mosca è "profondamente
coinvolta nelle strutture della Serbia, non soltanto
nell'economia, ma anche nei servizi di intelligence e nel
ministero della Sicurezza". "Quattrocento soldati Nato hanno
permesso che non ci fosse un intervento come avvenuto in
Crimea", ha spiegato. "Questa non è tensione etnica, non è una
lotta tra serbi e kosovari. Ciò che avviene da anni - ha
concluso - è una continua escalation, un continuo confronto
volto a testare ciò che l'Occidente è disposto ad accettare".
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