(di Valentina Brini)
Un trio di esperti di alto
profilo su crisi e diritti umani per esaminare uno dei casi più
delicati negli annali della Corte penale internazionale. A
guidare la Camera preliminare I, che ha accolto la richiesta del
procuratore di spiccare i mandati d'arresto per il premier
israeliano Benyamin Netanyhau e l'ex ministro della Difesa, Yoav
Gallant, è il francese Nicolas Guillou. Accanto a lui, la
beninese Reine Alapini-Gansou e la slovena Beti Hohler.
* NICOLAS GUILLOU - Considerato un gigante del diritto penale
internazionale in patria, il giurista formatosi alla Sorbona
vanta una carriera di alto spessore. Prima di approdare alla
Cpi, nel marzo scorso, ha ricoperto ruoli chiave come quello di
capo di gabinetto del presidente del Tribunale speciale per il
Libano, dove ha contribuito a un'indagine storica durata 15 anni
che ha portato alla condanna di un membro di Hezbollah per
l'assassinio del primo ministro Rafik Hariri. Mosso dalla
vocazione di giudice investigativo, Guillou viene considerato
sinonimo di equilibrio ed abilità nel gestire contesti ad alta
tensione. Tra gli incarichi di prestigio ricoperti figurano
anche quelli di giudice pre-processuale alle Camere
specialistiche del Kosovo e di procuratore di collegamento al
dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, oltre a esperienze
di rilievo al ministero della giustizia francese.
* REINE ALAPINI-GANSOU - Una delle personalità giuridiche più
rispettate in Africa, la beninese è una pioniera nei diritti
umani. Ammessa all'Ordine degli avvocati nazionale nel 1986, è
stata a lungo presidente e relatrice della Commissione africana
per i diritti dell'uomo e dei popoli, dedicandosi anche
all'uguaglianza di genere. La sua esperienza di giurista
umanitaria ha contribuito a promuovere la giustizia in
situazioni di conflitto e crisi. Ha fatto parte della
maggioranza della camera preliminare che si era pronunciata a
favore della giurisdizione della Cpi sulla Palestina.
* BETI HOHLER - Subentrata in corsa alla rumena Iulia Motoc -
che a ottobre ha chiesto di lasciare la camera per motivi di
salute -, la slovena è una specialista di crimini di guerra,
crimini contro l'umanità e genocidi. Ha fornito la sua
consulenza alla missione Ue sullo stato di diritto in Kosovo, un
impegno che le è valso una medaglia al servizio della politica
di sicurezza e difesa europea. La sua nomina tuttavia non è
esente da controversie: a metà novembre Israele ha chiesto
chiarimenti sulla sua imparzialità, riferendosi al suo passato
come avvocato processualista presso l'ufficio del procuratore
della Cpi.
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