(di Michele Esposito)
Convinto assertore del progetto
europeo, del legame tra lo Stato di diritto e i fondi di
coesione, di una semplificazione burocratica che permetta alle
imprese di crescere davvero: Raffaele Fitto si presenta agli
eurodeputati e, in una serie di risposte scritte che
tradizionalmente anticipano le audizioni dei commissari
candidati, lo fa ponendo l'accento sul profilo moderato che ha
caratterizzato finora la vita politica del ministro italiano.
Anzi, con un certo tatticismo Fitto ricorda a chi si appresta ad
esaminarlo il prossimo 12 novembre la sua origine politica. Che
non mette radici né nell'estrema destra né nei movimenti anti-Ue
o No Euro. Ma nella Democrazia Cristiana.
Le risposte scritte dei 26 candidati commissari sono state
pubblicate dall'Europarlamento a tarda notte. A recapitare le
domande, anche queste scritte, le commissioni che voteranno
l'idoneità del candidato e anche quelle che, nel corso delle
audizioni, avranno il ruolo di osservatore. A tutti, nella prima
domanda, è stato chiesto di fatto una breve bio.
"Ho iniziato la mia carriera politica nel partito di cui
condividevo i valori, compresa la vocazione europea: la
"Democrazia Cristiana", è l'incipit di Fitto, che poi elenca i
numerosi ruoli istituzionali ricoperti a Roma e a Bruxelles.
Nessun riferimento alla sua affiliazione politica, né da
dirigente di FI, né da fondatore dei Conservatori, né da
esponente di Fdi. Ma nessuno dei candidati, a dire il vero,
nelle sue risposte si è soffermato sul colore politico della sua
biografia. Consapevole che, in un Parlamento Ue da giorni in
ebollizione, ogni imprudenza potrebbe costar cara.
Il neanche tanto celato obiettivo di Fitto è un altro:
dimostrare agli eurodeputati di non essere "unfit" per il ruolo
di vicepresidente della Commissione e di titolare della
Coesione. "Sono sempre stato un convinto sostenitore del
progetto europeo e dei principi e valori fondamentali dello
Stato di diritto che lo sostengono", ha scritto Fitto.
Andando sui dossier che seguirà le domande hanno spaziato
dalla Pesca all'Allargamento, focalizzandosi però soprattutto su
Pnrr e Coesione. "Se sarò confermato, lavorerò affinché i Paesi
rispettino le riforme e gli investimenti concordati stabiliti
nei Pnrr entro la scadenza di spesa del 2026", ha spiegato il
candidato, non escludendo, tuttavia, la ricerca di soluzioni
alternative nel caso la deadline non possa essere rispettata.
"Sulla proroga della deadline Fitto tradisce l'Italia e alza
bandiera bianca", ha attaccato il M5S, innescando la replica di
Fdi: senza la coraggiosa opera di restyling del Piano del
governo avremmo riforme irrealizzabili". Di tutto questo,
certamente, Fitto - che ha portato avanti colloqui informali con
i gruppi anche a Strasburgo martedì - dovrà parlare il 12
novembre, il D-Day per tutti e sei i candidati alla
vicepresidenza esecutiva.
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