ELEZIONI: IL 25 SETTEMBRE LA DESTA VINCE ANCHE IN E-R
Il 25 settembre è stata la data spartiacque della politica
italiana: le elezioni politiche hanno infatti ridisegnato gli
equilibri, consegnando una netta maggioranza alla coalizione di
centrodestra guidata da Giorgia Meloni. Il centrosinistra ha
perso anche in Emilia-Romagna: la coalizione, infatti, ha preso
tre punti in meno rispetto al centrodestra e ha perso la sfida
dei collegi, finita 3-2 alla Camera e 6-5 al Senato.
L'Emilia-Romagna, nonostante questo, rimane il luogo dove il Pd
e il centrosinistra (36%) tengono meglio e dove il centrodestra
(39%) sfonda di meno. E' l'unica regione dove il Pd rimane il
primo partito.
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NASCE IL GOVERNO MELONI, BERNINI MINISTRA DELL'UNIVERSITÀ
Nel governo guidato da Giorgia Meloni, l'Emilia-Romagna è
rappresentata da Anna Maria Bernini, che torna al governo come
ministra dell'Università, dopo essere già stata titolare delle
politiche europee nella parte finale dell'ultimo governo
Berlusconi. Il leader regionale di Fratelli d'Italia Galeazzo
Bignami entra nella compagine governativa con un posto da
viceministro alle infrastrutture e ai trasporti.
L'Emilia-Romagna esprime anche due sottosegretari, entrambi al
ministero della cultura: si tratta di Lucia Borgonzoni della
Lega e del critico d'arte ferrarese Vittorio Sgarbi.
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SI RINNOVA LA PATTUGLIA PARLAMENTARE CON MOLTI SINDACI
Le elezioni del 25 settembre hanno profondamente rinnovato la
pattuglia parlamentare, che si è peraltro notevolmente
assottigliata, visto la riduzione del numero dei deputati e
senatori. Molto rappresentati sindaci ed ex sindaci: arrivano
infatti alla Camera dei deputati i primi cittadini uscenti di
Bologna e Rimini Virginio Merola e Andrea Gnassi, di Coriano
Domenica Spinelli, ma anche la sindaca di Correggio Ilenia
Malavasi. Tornano in parlamento anche Andrea De Maria (Pd),
Tommaso Foti e Galeazzo Bignami (Fdi), Jacopo Morrone (Lega) e
Matteo Richetti che è passato ad Azione.
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PIER FERDINANDO CASINI IN CORSA PER IL QUIRINALE
A fine gennaio 2022 il Parlamento in seduta congiunta ha
rieletto Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica. Ma
l'elezione è stata travagliata, vista anche l'iniziale
indisponibilità a un bis del capo dello Stato. Nei giorni
convulsi, di accordi e trattative, per individuare una
personalità per sostituirlo, il nome di Pier Ferdinando Casini è
stato a lungo fra quelli in pole position: sarebbe potuto
diventare il primo emiliano-romagnolo a ricoprire la carica più
importante dello Stato. Casini si è poi ritirato dalla corsa,
favorendo il bis di Mattarella. Alle elezioni del 25 settembre è
stato poi ricandidato dal centrosinistra nel collegio
senatoriale di Bologna ed eletto.
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IL PD VERSO IL CONGRESSO, È DERBY FRA BONACCINI E SCHLEIN
La sconfitta elettorale del Pd ha portato al congresso che si
terrà nei primi mesi del 2023. Le primarie saranno il 19
febbraio e, se tutte le previsioni saranno rispettate, sarà un
derby fra il presidente della Regione Stefano Bonaccini ed Elly
Schlein, che fino alle politiche, quando è stata eletta alla
Camera, era la sua vice. Propongono due visioni diverse di
quello che dovrà essere il partito, ma certificano anche il
fatto (insieme all'altra candidata, la piacentina Paola De
Micheli) che l'Emilia-Romagna è la terra dove il partito
mantiene una sua vitalità, a differenza di moltissime altre zone
d'Italia.
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A PARMA FINISCE L'EPOCA PIZZAROTTI, GUERRA è IL NUOVO SINDACO
A giugno, a Parma, è finita l'epoca di Federico Pizzarotti,
primo sindaco eletto con il Movimento 5 Stelle, poi grande
contestatore di Beppe Grillo ed espulso, che non si è potuto
ricandidare dopo aver completato due mandati. Il suo successore,
Michele Guerra, arriva in stretta continuità con Pizzarotti, del
quale è stato assessore alla cultura e fra i principali
promotori del progetto di Parma capitale della cultura.
Sostenuto anche dal Pd, Guerra preso il 44% al primo turno, poi
ha stravinto (con il 66%) il ballottaggio contro l'ex sindaco
Pietro Vignali, candidato da Lega e Forza Italia, ma non
sostenuto da Fratelli d'Italia.
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LA SINISTRA RICONQUISTA PIACENZA CON KATIA TARASCONI
Dopo cinque anni di governo del centrodestra, il centrosinistra
riconquista Piacenza. Lo fa, sempre alle amministrative di
giugno con la consigliera regionale del Pd Katia Tarasconi che
in un ballottaggio tutto al femminile, ha battuto con il 53% la
sindaca uscente Patrizia Barbieri. Tarasconi era risultata in
vantaggio, di due lunghezze (38 a 36) anche al primo turno
contro Barbieri, sostenuta compattamente dalla coalizione di
centrodestra con la quale aveva governato la città nei cinque
anni precedenti.
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PER IL PD ARRIVANO LE RIVINCITE ANCHE A BUDRIO E RICCIONE
Due Comuni non capoluogo, ma dal forte valore simbolico, hanno
fatto cantare vittoria al centrosinistra e al Pd alle elezioni
comunali di giugno, quando Daniela Angelini a Riccione e Debora
Badiali a Budrio, hanno vinto le elezioni, già primo turno. Si
trattava di due Comuni che per decenni erano state roccaforti
inespugnabili del centrosinistra: Riccione era però stata
conquistata dalla destra, mentre a Budrio, cinque anni fa, un
candidato civico aveva conquistato la guida
dell'amministrazione.
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