Per la seconda volta, dopo l'annullamento per un errore nella prima istanza, il Gip del tribunale di Bologna Domenico Truppa ha concesso gli arresti domiciliari a Giampiero Gualandi, 63enne ex comandante della polizia locale accusato dell'omicidio della collega Sofia Stefani, 33enne, con cui aveva una relazione. Il giudice dunque ha accolto la richiesta del difensore, avvocato Claudio Benenati, ma Gualandi si trova ancora in carcere, in attesa della disponibilità di un braccialetto elettronico. La Procura ha già fatto appello al Riesame contro la decisione. Per Gualandi si attende intanto la fissazione del giudizio immediato, dopo la richiesta del procuratore aggiunto Lucia Russo e del pm Stefano Dambruoso, che gli contestano l'omicidio aggravato dai futili motivi e dall'averlo commesso su una persona a cui era legato da rapporto affettivo: il 16 maggio negli uffici del comando della Polizia locale di Anzola Emilia la 33enne è morta colpita da un proiettile partito dalla pistola di ordinanza di Gualandi. L'indagato si è difeso dicendo che è stato un colpo partito per errore durante una colluttazione.
Gualandi è in carcere dal giorno dell'episodio, ma nelle scorse settimane il giudice gli aveva concesso i domiciliari, anche se non ne aveva potuto usufruire perché mentre era in attesa del braccialetto, era intervenuto l'annullamento del provvedimento: non era stato osservato l'obbligo di preventiva comunicazione alla persona offesa.
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