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Cgil, no al trasferimento del Centro protesi Inail di Budrio

Cgil, no al trasferimento del Centro protesi Inail di Budrio

'È unico, spostarlo significa fare lo spezzatino'

BOLOGNA, 23 ottobre 2024, 11:51

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Abbiamo appreso dalla stampa della presunta volontà di trasferire il Centro presso altre strutture, abbandonando l'insediamento di Vigorso.

Tale opzione per noi non è contemplabile, se non per il tempo strettamente necessario a mettere in sicurezza il sito".

Lo scrivono in una nota la Fiom Cgil e la Fp Cgil di Bologna, esprimendo "estrema preoccupazione" per il futuro del centro protesi Inail di Vigorso a Budrio (Bologna), allagato per la terza volta in un anno e mezzo a causa dell'ultima alluvione. Per quel centro sono passati e passano anche numerosi atleti paralimpici di primo piano: tra i nomi più celebri, tra passato e presente, ci sono Alex Zanardi, Bebe Vio, Martina Caironi, Manu Maxcel Amo.
    "A Vigorso ci sono almeno 200 lavoratori tra metalmeccanici e sanitari - spiega Stefano Biosa, della Fiom Cgil - I metalmeccanici costruiscono le protesi per gli amputati, poi ci sono i medici, gli infermieri, i fisioterapisti. Il centro doveva ripartire lunedì 21, poi è successo quello che è successo. I lavoratori si dividono tra smartworking e chi accede agli spazi utilizzabili, ma la funzionalità del centro è ridotta".
    La terza alluvione si inserisce in un periodo di tensioni: "Eravamo già in mobilitazione sindacale: manca il piano industriale e questa è l'unica struttura pubblica nel suo genere. Se muore quella si va sul mercato. E trasferire il centro significa fare lo spezzatino, separare ricerca, produzione, degenza e riabilitazione", sottolinea Biosa. Che poi chiama in causa anche le istituzioni: "Abbiamo attivato un tavolo di crisi l'anno scorso e la struttura commissariale ci aveva promesso un argine, ma non si è fatto".
   

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