BOLOGNA, 17 SET - Non uno spettacolo ma una meditazione, un promemoria per ricordare quali sono le esigenze della pace, ispirate dalle potenti parole di Papa Francesco nella sua enciclica Fratelli tutti. È stato questo Memorare 2024, serata di musica, canto, danza ma soprattutto spiritualità, voluta in prima persona dal cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, e andata in scena ieri sera in una basilica di San Petronio trasformata per l'occasione in un palco unico e suggestivo. Un appuntamento pensato per il prossimo Giubileo e che ha contribuito a raccogliere donazioni con la Caritas per due progetti di aiuti alle popolazioni martoriate dalla guerra di Ucraina e Palestina.
Un "bel mix coraggioso", l'ha definito lo stesso cardinal Zuppi, che grida una richiesta di pace. E in effetti portare sotto l'imponente crocifisso ligneo quattrocentesco non solo pezzi "classici", ma coreografie contemporanee, ibride e anche "rumorose" come l'assolo di Sergio Bernal, è stata una sfida riuscita. Volutamente un unico flusso di musica e danza - è stato chiesto di non applaudire se non alla fine - lo spettacolo ha interpretato e legato i tre temi della serata, guerra, transizione e pace, declinati nelle cornici del conflitto/lamento, della preghiera e compassione, e infine della riconciliazione e speranza. Un plus le musiche suonate dal vivo dai professori dell'Orchestra del Teatro del Comunale e le voci del Coro della Cappella Musicale di San Petronio.
Le note straconosciute dell'Adagio di Albinoni hanno trasportato con una coreografia non scontata, l'Histoire Du Soldat, di Riva e Repele, con un trio di danzatori (Sasha Riva, Simone Repele, Yumi Aizawa) espressivi e potenti. Il lamento di Nikija dalla Bayedere, interpretata da Maia Makhateli, elegante e sentito. Poi l'irruenza di Sergio Bernal, 're' del flamenco che per la serata ha coreografato il Padre Nostro di Giuseppe Verdi, presentato in prima assoluta. Un momento coraggioso e a tratti audace, arricchito dal costume disegnato per lui da Giuseppe Tramontano, raro maestro specializzato nel "vestire" la danza.
L'adagio del secondo atto di Giselle, interpretato ancora da Makhateli insieme a Jacopo Tissi, è stato un momento di incredibile grazia e delicatezza in San Petronio. Eteree e quasi surreali le due danzatrici Estelle Bovay e Arianna Kob di Aterballetto che hanno poi dato vita alla coreografia di Angelin Preljocaj sulle note del Chiaro di luna di Beethoven, una nuova creazione in prima assoluta che ha ipnotizzato la platea. La conclusione con The Ninth Wave, di Arias interpretato da Tissi.
Pezzi inframmezzati dal canto, Timor et Tremoer, Urlicht e il finale con Abendlied. Le parole di papa Francesco lette da Gabriele Lavia hanno aperto e chiuso la serata, sciolta infine da un lungo e commosso applauso.
L'appuntamento, nato come unicum nel 2022, è stato voluto per quest'anno dal cardinal Zuppi per il Giubileo. Un progetto di Vittoria Cappelli, che ne ha curato la direzione artistica insieme a Valentina Bonelli e don Stefano Culiersi.
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