I grandi concerti sinfonici, da sempre fiore all'occhiello di Ravenna Festival, hanno segnato il ritorno di uno dei complessi più blasonati del panorama musicale internazionale, la Budapest Festival Orchestra assieme al suo fondatore e nume tutelare Ivàn Fischer.
In un Pala De André finalmente tornato ad ospitare musica dopo essere stato adibito a Hub vaccinale, non pienissimo ma dal bel colpo d'occhio, l'ancor giovane orchestra ungherese (è nata proprio per volontà di Fischer nel 1983 con lo scopo di creare una formazione in grado di competere con le più famose orchestre europee) ha proposto un programma di grandissima popolarità, aperto dalla celebre Terza Sinfonia di Johannes Brahms e concluso dall'altrattanto famosa suite sinfonica 'Sheherazade' di Nikolaj Rimsky-Korsakov.
L'orchestra ha mostrato una straordinaria padronanza di
entrambe le opere offrendo un'esecuzione di ampio respiro in
tutti i movimenti, mostrando nel capolavoro del compositore
russo la grande maestria delle prime parti a partire dalla
spalla del complesso, il violinista Tamás Major che ha
magistralmente suonato i tanti assoli che Rimsky-Korsakov ha
scritto per questo brano. Successo travolgente con due bis, il
coinvolgente Blue Tango di Leroy Anderson e una Danza ungherese
di Brahms, un po' a voler chiudere il cerchio. Il prossimo
appuntamento sinfonico, domenica 3 luglio, è con Christoph
Eschenbach alla guida dell'Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
con la partecipazione del violinista Gidon Kremer.
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