Saman Abbas, Chiara Gualzetti, Elisa Bravi. Sono alcune delle ultime vittime di femminicidio in Emilia-Romagna i cui familiari riceveranno un aiuto dalla Fondazione per le vittime di reati, presieduta da Carlo Lucarelli, unica in Italia e nata su impulso della Regione nel 2004. Il Comitato dei garanti si è riunito per valutare le domande arrivate dai sindaci delle cittadine dove risiedono le vittime - requisito necessario per attivare l'iter - che ha deciso di accogliere nove nuove istanze per un totale di 69mila euro di contributi.
Tra i beneficiari c'è il fratello minorenne di Saman Abbas, la diciottenne pachistana che si presume sia stata uccisa dalla famiglia a Novellara nel Reggiano, per essersi opposta a un matrimonio combinato in patria. Il ragazzino riceverà l'aiuto attraverso il tutore nominato dal Tribunale: è testimone chiave della vicenda e al momento è accolto in una comunità.
Una parte del contributo andrà ai genitori di Chiara Gualzetti, quindicenne di Valsamoggia (Bologna) uccisa il 27 giugno da un coetaneo. Tra i beneficiari anche genitori e figli di Elisa Bravi, ravennate uccisa dal coniuge a dicembre 2019, e Francesca Rizzello, modenese che nell'aprile 2019, a 36 anni, è stata colpita con oltre 20 coltellate dal fratello, un uomo con problemi psichici, e da allora ha affrontato numerosi interventi chirurgici.
Aiuti a Ilaria Sassone, di Novellara, impegnata da oltre un anno a riportare a casa il figlio di 5 anni dopo che l'ex marito ha condotto con sé il bimbo, cittadino italiano, in Turchia senza il consenso materno. Sempre nel Reggiano un altro aiuto, per una donna titolare di un bar che alcuni mesi fa è stata rapinata da un giovane tossicodipendente e ferita con una siringa infetta. Gli altre tre casi riguardano donne e bambini vittime di maltrattamenti familiari.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA