Piatti, anfore, tazze, servizi da tè e cioccolata, vasi, lucerne, salsiere, set da tavola, rivestimenti per pareti e pavimenti: oggetti che attraversano i secoli e accompagnano la vita quotidiana.
Sono le opere esposte in 'Ceramiche popolari, design e rivestimenti, tra passato e futuro', la nuova sezione permanente del Mic-Museo internazionale delle ceramiche di Faenza (Ravenna) che apre al pubblico il 22 maggio, a cura di Claudia Casali e Valentina Mazzotti.
Secondo un punto di vista inedito, gli oltre duemila
oggetti esposti esplorano la storia della ceramica attraverso
forme d'uso e stili di vita, mettendo a confronto il design del
Novecento di autori molto conosciuti come Gio Ponti, Mendini,
Mari, Sottsass alle pentole in terracotta delle cucine e tavole
contadine, quando ancora il concetto di design non era nato.
La sezione è divisa in tre capitoli principali: le ceramiche
popolari del XVIII-XX secolo con oggetti utilizzati per il
lavoro nei campi, per la cucina, la dispensa e la tavola; una
parte molto ampia dedicata ai rivestimenti ceramici - il Mic
conta infatti oltre 15mila esemplari di piastrelle industriali
di particolare significato storico, produttivo, artistico,
realizzate nel XX e XXI secolo - e infine la parte più corposa
della sezione, dedicata al XX e XXI secolo, con autori chiave
del design e del dialogo tra le arti avvenuto proprio nella
contemporaneità. In mostra opere di maestri come Gio Ponti,
Antonia Campi, Enzo Mari, Ettore Sottsass, Alessandro Mendini,
Nanni Valentini, Alfonso Leoni, Denis Santachiara, accanto ad
opere di autori più contemporanei come Patricia Urquiola,
Christina Hamel, Simon Zsolt, Diego Dutto, FormaFantasma, Diego
Grandi, Philippe Nigro, Zaven e tanti altri.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA