(di Elisabetta Stefanelli)
C'è la volpe astuta e la scimmia
intelligente, i topini, il gatto, le trote e il calabrone: gli
animali, con la natura, le metamorfosi e i loro sentimenti sono
il filo conduttore della 66/a edizione del Festival dei due
mondi di Spoleto (dal 23 giugno al 9 luglio), presentato oggi a
Roma al ministero della Cultura. Più di 60 spettacoli come
sempre nel segno della declinazione delle arti in 17 giorni e 11
sedi, con prime nazionali e assolute che vedono in scena oltre
500 artisti di 30 compagnie.
Il sipario nella cittadina umbra si alza il 23 giugno in
Piazza del Duomo con l'orchestra dell'Accademia di Santa Cecilia
diretta da Jakub Janacek per chiudersi il 9 luglio nella stessa
piazza sulle note di Gustav Mahler con la stessa orchestra,
diretta questa volta da Antonio Pappano. Nei 17 giorni Spoleto
sarà invasa dall'energia di un mondo che cambia e il festival ne
esplora per la 66/a volta lo spirito, coinvolgendo tutti i
livelli del suo territorio, come hanno spiegato oggi il
sottosegretario Gianmarco Mazzi, il presidente della Fondazione
Andrea Sisti, la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei
e la direttrice artistica Monique Veaute.
Per quanto riguarda l'opera, in primo piano quest'anno
Pelleas et Melisande di Claude Debussy che porta la firma di
Ivan Fisher e Marco Gandini e che trascina tutti sul
palcoscenico: il fantastico cast di cantanti, l'orchestra di
Budapest e lui stesso direttore e regista. Emergono poi le voci
di Rhiannon Giddens e Imany, l'organo di Carpenter,
l'elettronica di Max Cooper. "La musica che portiamo a Spoleto -
ha spiegato la direttrice Monique Veaute - è a 360 gradi così
come il teatro". In scena tante voci italiane, con l'esordio
alla regia di Luca Marinelli che con Fabian Jung interroga la
Scimmia di Kafka, e il ritorno di Silvio Orlando in Ciarlatani.
"Mi sono innamorato di questo testo di Pablo Remon - ha spiegato
Orlando - interpretato da 4 attori che fanno 20 personaggi.
Anche gli esseri umani del resto sono animali e nello zoo di
questo festival serviva, anche perché è quello che preoccupa più
di tutti".
Tra teatro e musica anche Laetitia Casta nelle vesti di Clara
Haskil e Alessandro Baricco per la prima volta davanti al Duomo
con l'anteprima di Tucidide. Atene contro Melo, in cui è in
scena con Stefania Rocca e Valeria Solarino, accompagnato dalle
musiche di Giovanni Sollima, Enrico Melozzi e dei 100 cellos.
Pagina importante di danza con Benjamin Millepied che mancava da
10 anni, questa volta coreografo e anche interprete di Unstill
life con il pianista Alexandre Tharaud. Novità assoluta anche la
nuova creazione di Sharon Eyal con i costumi di Maria Grazia
Chiuri per Dior. Mentre l'etoile Fernando Montano interpreta le
metamorfosi kafkiane con un gala.
Spazio anche agli incontri, da segnalare quello con Stefano
Mancuso, scienziato tra i maggiori conoscitori del mondo
botanico, che ha dedicato la vita a dimostrare che le piante
sono intelligenti. Mentre tra i progetti speciali torna Tutto è
numero della Fondazione Carla Fendi, main partner del festival,
che promuove anche il premio Carla Fendi Stem 2023. Tra le
iniziative la VII Giornata del mondo che non c'è organizzato da
Cesp - Rete delle scuole ristrette; Rai per la sostenibilità -
ESG e il FuoriFestival. L'artista Enzo Cucchi firma il manifesto
ufficiale.
Per quanto riguarda sempre l'arte, da segnalare il progetto
Sulle tracce di Gian Carlo Menotti per il recupero e la
valorizzazione del patrimonio della storia del festival che - ha
spiegato ancora Veaute - diventerà presto la collezione di un
museo.
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