"Uno dei miei obiettivi è internazionalizzare la Galleria Nazionale dell'Umbria e l'Umbria intera partecipando al lavoro che la Regione sta facendo per offrire ai nostri tesori e al nostro patrimonio una platea internazionale e la Biennale d'arte di Venezia è la più importante assoluto". Costantino D'Orazio, direttore del grande museo perugino, spiega così i motivi dello sbarco nella città dei Dogi con una serie di gioielli della Galleria in coincidenza con la preapertura il 17 aprile dell'Esposizione sullo stato dell'arte mondiale. L'occasione è la mostra 'The Golden Way - La via dell'Oro', nella Galleria Giorgio Franchetti alla Ca' d'Oro, che fino al 16 giugno accosta capolavori di Duccio di Buoninsegna, Gentile da Fabriano, Maestro della Madonna di Perugia, Giovanni Baronzio, Cataluccio da Todi e Bartolomeo Caporali ai lavori di maestri della seconda metà del Novecento come Alberto Burri, Gino De Dominicis, Lucio Fontana, Marisa Merz, Michelangelo Pistoletto e Carol Rama accomunati dall'uso dell'oro.
"Per due mesi - dice D'Orazio all'ANSA - sulla facciata della Ca' d'Oro uno stendardo ricorderà che la Galleria Nazionale dell'Umbria incontra l'arte contemporanea, invitando di fatto chi sarà a Venezia in questi mesi a venire a Perugia a scoprire le nostre collezioni. È un progetto di alto valore scientifico perche l'oro nell'arte è un tema senza tempo, ma è anche un'operazione di marketing dal momento che per la prima volta la Galleria Nazionale e l'Umbria si muovono in uno scenario internazionale di altissimo livello". La mostra - frutto della collaborazione con il museo nazionale veneziano e dell'intesa con Daniele Ferrara, direttore regionale dei Musei del Veneto, - è curata da Alessandra Mammì e dalle storiche dell'arte della Gnu Veruska Picchiarelli e Carla Scagliosi ed è l'anteprima della esposizione programmata a Perugia dal 5 ottobre al 19 gennaio 2025 per un'indagine più ampia sull'uso dell'oro nella ricerca di artisti non solo italiani. "Portando il nostro progetto a Venezia lo faremo conoscere in tutto il mondo - osserva D'Orazio -. L'idea è rileggere l'antico in modo nuovo, attraverso lo sguardo dei contemporanei e l' oro è strumento che lo permette in modo straordinario".
Il dialogo tra i fondi oro medioevali legati al sacro e i grandi maestri contemporanei che hanno usato questo materiale racconta, dunque, l'oro in tutte le sue valenze, la spiritualità e lo sguardo laico, il suo essere prezioso, la sua potenza simbolica. A Venezia D'Orazio, che è direttore dei Musei Nazionali di Perugia e della Direzione Regionale Musei dell'Umbria - illustrerà il programma messo in campo per il 2024. Dal 28 giugno, ma è una sorpresa su cui non filtrano dettagli, la Gnu accoglierà uno dei più grandi capolavori del Novecento, realizzato da uno dagli artisti più amati. "La Galleria - sottolinea - è il luogo del fare dove passato e presente sono in intreccio costante. Anche se sei immerso nell'arte antica il tempo presente ti chiama e ti sollecita continuamente. Penso sia importante curare, valorizzare, conservare e tutelare la nostra collezione di capolavori dal Duecento al Novecento senza mai dimenticare che deve parlare a persone che vivono nel presente, ai visitatori che in questo modo possono capire davvero l'anima dell'Umbria entrando in contatto con l' identità del nostro territorio".
E per catturare i giovani, su quale filone si lavora per creare pubblico nuovo? "Puntiamo sulle nuove tecnologie. Stiamo lavorando a un progetto che sarà presentato a giugno per dotarci di uno strumento che attraverso l'uso dell'intelligenza artificiale permetterà una esperienza nuova all'interno della Galleria. A fare la fortuna di un museo è il saper parlare alla gente comune di ogni età e cultura e riuscire a trovare il modo di farlo con tutti".
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