Doveva diventare calciatore Antonio Mezzero, trentaseienne di origine casertana, che vive e lavora in Portogallo, ma da ieri è il nuovo Campione del Mondo dei Pizzaiuoli.
Mezzero si è imposto su centinaia di concorrenti, conquistando il XVII Trofeo Caputo.
Se lo scorso anno lo scettro
è stato conquistato da un pizzaiolo del Sud, un lucano di
Venosa, il nuovo Campione del Mondo è nato a Francolise, in
provincia di Caserta, ma si è trasferito in Germania, ancora
bambino, assieme alla sua famiglia.
A 25 anni parte in macchina dalla Germania, per dare un
passaggio al fratello, che vive e lavora in Portogallo, e il suo
viaggio si rivelerà di sola andata; dopo aver conosciuto il
Portogallo e i portoghesi, Antonio decide che questa sarà la sua
casa. Apre una piccola pizzeria a Porto, con soli 12 posti a
sedere, e si fa subito apprezzare per la sua passione e la
professionalità.
Nel 2016 fonda la nazionale Portoghese dei Pizzaioli, che
conquista la coppa delle nazioni a Napoli. Nel 2017 decide di
cambiare il nome del suo ristorante che da Pulcinella diventa
Pizzeria Antonio Mezzero - Passione, Arte e Qualità Quello di
Campione del Mondo è il riconoscimento più prestigioso del
Trofeo Caputo, la tre giorni fitta di competizioni, nel corso
della quale si disputano ben 9 categorie di gara e che premia la
migliore pizza S.T.G. (Specialità Tradizionale Garantita).
Al secondo posto, nella categoria S.T.G., si è qualificato
Antonio Esposito, mentre sul terzo gradino del podio, è salito
Takumi Nakamura.
Una grande soddisfazione per Antimo Caputo, Ad del Mulino
Caputo, che alla presentazione del Campionato, da buon
napoletano, ha scherzato sul valore scaramantico del numero
dell'edizione 2018, la dicessettesima. Un'edizione fortunata,
vista l'altissima partecipazione di professionisti provenienti
da tutto il mondo, con una prevalenza, come di consueto, di
pizzaioli orientali. Vale la pena di sottolineare come questa
competizione, oltre a incoronare i migliori maestri pizzaioli
dell'anno, abbia una missione molto importante: diffondere
l'arte del pizzaiuolo (con la u) in ogni parte del mondo.
Per questa ragione, il Campionato è preceduto dalla Caputo Cup,
una sorta di girone internazionale di qualificazione che
consente ai vincitori di ciascuna tappa di partecipare di
diritto alla finale partenopea. Da sempre Mulino Caputo
sottolinea come la qualità della materia prima vada di pari
passo con la maestria dei pizzaiuoli e con la loro capacità di
utilizzare tecniche e saperi antichi. Tutto questo ha
contribuito, nel 2017, a far sì che l'Arte del pizzaiuolo
napoletano rientrasse, 58esimo bene tutelato nel Belpaese, nella
prestigiosa lista del Patrimonio immateriale dell'Unesco. "E'
stato un percorso intrapreso anni fa e condotto in sinergia con
l'APN, l'Associazione Pizzaiuoli Napoletani, presieduta da
Sergio Miccù, che ci ha molto inorgogliti. Ma la nostra più
grande soddisfazione è quella di aver raggiunto un livello
qualitativo eccellente in molte pizzerie in tutto il globo. Uno
degli obiettivi del Campionato e del Pizza Village è proprio
quello di suggerire ai consumatori e agli appassionati i criteri
per riconoscere gli ingredienti di qualità, attraverso le
ricette e la passione dei grandi pizzaioli" ha dichiarato Antimo
Caputo. Le gare si sono svolte in simultanea su 6 forni ai quali
si sono alternati, nel corso di oltre 1200 competizioni, i 600
partecipanti, accompagnati dalla instancabile "voce narrante" di
Enzo Calabrese. Nove le categorie in cui si sono espressi i
pizzaiuoli, confermando anche il grande seguito di cui gode la
Pizza fritta che, dallo scorso anno, è ritornata alla ribalta
più forte che mai. Quest'anno nella categoria si è imposto
Raffaele Giustiniani (2129 punti), seguito da Vincenzo
Angillotti (1850) e da Bon Know Chang (1750).
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