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Nel 2023 3mila casi salmonella, calo ma prima zoonosi in Italia

Nel 2023 3mila casi salmonella, calo ma prima zoonosi in Italia

Report Efsa-Ecdc coordinato da Iss, crescita listeriosi dal 2019

ROMA, 19 dicembre 2024, 13:08

Redazione ANSA

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Un aumento preoccupante in Italia e nell'Unione europea dei casi di listeriosi sul lungo periodo, tra il 2019 e il 2023, nonostante la riduzione del 66,7% di casi segnalati nel nostro Paese dal 2022 (quando vi furono più segnalazioni a causa di vasti focolai). Calo delle infezioni da West Nile Virus, -112%, mentre la salmonellosi è la zoonosi più frequente in Italia con 3.333 segnalazioni, dato comunque in diminuzione (5,6 casi su 100mila abitanti contro i 6,1 del 2022). Sono questi alcuni dei dati più rilevanti emersi dal report annuale sulle zoonosi 'The European Union One Health 2023 Zoonoses Report', pubblicato da Efsa e Ecdc e prodotto con il coordinamento dell'Istituto superiore di sanità, che ha guidato oltre 50 esperti del Consorzio Zoe (Zoonoses under a One health perspective in the Eu). Il documento è basato sui dati raccolti nel 2023 da 27 Stati Ue, dall'Irlanda del Nord (limitatamente ai dati su alimenti e animali e focolai epidemici di malattie trasmesse da alimenti) e da altri 10 Paesi europei non Ue.
    In aumento le infezioni notificate da Campylobacter (prima zoonosi in Ue), 2.363 nel 2023 contro 1.539 nel 2022 in Italia.
    Nel 2023, evidenzia il rapporto, nel nostro Paese sono stati riportati 171 focolai epidemici di origine alimentare, che rappresentano il 3,0% di tutti i focolai Ue. Questi hanno coinvolto 1.271 casi umani, con 349 ospedalizzazioni e 3 decessi.
    Nel periodo 2014-2023, il numero di focolai epidemici di origine alimentare osservati in Italia ha avuto un aumento statisticamente significativo, e dove è stato possibile identificare l'agente causale, Salmonella è stato responsabile del maggior numero di focolai, casi e ospedalizzazioni. Elevato numero di casi umani osservato anche in focolai epidemici causati da norovirus, mentre Listeria monocytogenes è stato l'agente responsabile del più alto numero di decessi tra i casi da focolaio (2 decessi). Per 41 focolai epidemici non è stato possibile identificare l'agente causale.
   

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