Un aumento preoccupante in Italia e
nell'Unione europea dei casi di listeriosi sul lungo periodo,
tra il 2019 e il 2023, nonostante la riduzione del 66,7% di casi
segnalati nel nostro Paese dal 2022 (quando vi furono più
segnalazioni a causa di vasti focolai). Calo delle infezioni da
West Nile Virus, -112%, mentre la salmonellosi è la zoonosi più
frequente in Italia con 3.333 segnalazioni, dato comunque in
diminuzione (5,6 casi su 100mila abitanti contro i 6,1 del
2022). Sono questi alcuni dei dati più rilevanti emersi dal
report annuale sulle zoonosi 'The European Union One Health 2023
Zoonoses Report', pubblicato da Efsa e Ecdc e prodotto con il
coordinamento dell'Istituto superiore di sanità, che ha guidato
oltre 50 esperti del Consorzio Zoe (Zoonoses under a One health
perspective in the Eu). Il documento è basato sui dati raccolti
nel 2023 da 27 Stati Ue, dall'Irlanda del Nord (limitatamente ai
dati su alimenti e animali e focolai epidemici di malattie
trasmesse da alimenti) e da altri 10 Paesi europei non Ue.
In aumento le infezioni notificate da Campylobacter (prima
zoonosi in Ue), 2.363 nel 2023 contro 1.539 nel 2022 in Italia.
Nel 2023, evidenzia il rapporto, nel nostro Paese sono stati
riportati 171 focolai epidemici di origine alimentare, che
rappresentano il 3,0% di tutti i focolai Ue. Questi hanno
coinvolto 1.271 casi umani, con 349 ospedalizzazioni e 3
decessi.
Nel periodo 2014-2023, il numero di focolai epidemici di origine
alimentare osservati in Italia ha avuto un aumento
statisticamente significativo, e dove è stato possibile
identificare l'agente causale, Salmonella è stato responsabile
del maggior numero di focolai, casi e ospedalizzazioni. Elevato
numero di casi umani osservato anche in focolai epidemici
causati da norovirus, mentre Listeria monocytogenes è stato
l'agente responsabile del più alto numero di decessi tra i casi
da focolaio (2 decessi). Per 41 focolai epidemici non è stato
possibile identificare l'agente causale.
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