Non solo smartphone e intelligenza artificiale, Apple aggiorna i suoi accessori estendendo le opportunità di utilizzo. Così i nuovi AirPods Pro 2, le cuffiette del gruppo, potrebbero passare da semplice strumento per ascoltare musica o parlare al telefono a dispositivo a supporto di chi ha problemi di udito. Anche se gli analisti frenano.
Come si è evinto dall'evento di presentazione dei nuovi iPhone 16, la Mela permetterà presto di usare gli AirPods Pro connessi all'iPhone per testare la salute dell'udito di un utente. Secondo l'azienda si tratta di un test "convalidato clinicamente" che attinge a studi su larga scala. Per Apple, l'80% di persone negli Stati Uniti non ha mai eseguito un test del genere. Sui nuovi AirPods Pro è inoltre presente una funzione che trasforma gli auricolari in un apparecchio acustico. Come si legge sul sito di Cupertino, l'opzione attiva regolazioni dinamiche personalizzate, permettendo di amplificare i suoni circostanti in tempo reale. Gli utenti potranno anche configurare il proprio profilo di apparecchio acustico con un audiogramma creato da un professionista della salute uditiva.
Entrambe le funzionalità verranno rilasciate a seguito dell'autorizzazione da parte della Food and drug administration degli Stati Uniti, secondo le previsioni di Apple, entro l'autunno.
Sull'annuncio di Apple si sono espressi gli analisti di Carnegie, Hsbc e Bnp Paribas sottolineando due elementi. Il primo, è che gli AirPods Pro 2 sono un dispositivo cosiddetto "over-the-counter, ovvero un apparecchio per perdite uditive lievi e moderate che non richiede la presenza di un audioprotesista. Quindi un prodotto diverso da quello del segmento in cui opera Amplifon, che si rivolge a perdite moderate e severe. La seconda, come evidenzia Bnp, è che gli AirPods potrebbero aumentare il "numero di persone che si rivolgono agli operatori come Amplifon quando la loro situazione uditiva fisiologicamente peggiorerà, generando una più veloce transizione verso un dispositivo acustico classico". Per questo gli analisi vedono "un rischio limitato nel lungo termine", se non una opportunità, per gli operatori del settore. Inoltre, scrive Carnegie, è positivo per l'industria che Apple aumenti la "consapevolezza sull'importanza della prevenzione uditiva a ogni età".
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