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Morte improvvisa giovani atleti,screening efficace a prevenzione

Morte improvvisa giovani atleti,screening efficace a prevenzione

Università di Padova, il caso di Edoardo Bove

PADOVA, 04 dicembre 2024, 15:04

Redazione ANSA

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Il caso del calciatore Edoardo Bove ha riportato in questi giorni sotto i riflettori il rischio di morte improvvisa nei giovani atleti, un tema di cui i ricercatori dell'Università di Padova si occupano con importanti rilievi scientifici a livello internazionale.
    Il Dipartimento di Scienze cardio-toraco-vascolari e Sanità pubblica dell'Università di Padova, in particolar modo le equipe dell'anatomia patologica cardiovascolare, della genetica cardiovascolare e della cardiologia sono da anni impegnati sia dal punto di vista scientifico sia dal punto di vista assistenziale nella ricerca delle cause di arresto cardiaco nell'atleta e nelle strategie di prevenzione. Per quanto riguarda la prevenzione, l'Italia è uno dei pochi paesi al mondo in cui uno screening medico-sportivo annuale è obbligatorio per tutti gli atleti agonisti.
    "Nel 2006 è stato pubblicato dall'Università di Padova uno studio di cui sono il primo autore sulla prestigiosa rivista JAMA, che ha dimostrato come nella regione Veneto l'incidenza di morte improvvisa dell'atleta sia calata quasi del 90% in seguito all'introduzione dello screening medico-sportivo - afferma Domenico Corrado, ordinario di Cardiologia all'Università di Padova e direttore ff della UO Cardiologia I dell'Azienda Ospedale /Università di Padova -. Quello studio ha avuto un impatto molto rilevante a livello internazionale contribuendo ad esportare il modello italiano di prevenzione della morte improvvisa nell'atleta all'estero. Rimanevano però alcuni punti da chiarire, che puntualmente venivano sollevati nei dibattiti tra esperti, come l'utilità di ripetere periodicamente lo screening".
    Nel 2023 il Dipartimento di Scienze cardio-toraco-vascolari e Sanità pubblica dell'Università di Padova ha condotto uno studio in collaborazione con l'Aulss2 sull'importanza dello screening medico sportivo nella prevenzione delle "morti improvvise" nello sport da dove è emerso che, grazie al modello di screening italiano su ragazzi con meno di 16 anni sono state potenzialmente salvate le vite di 69 giovani atleti.
    "Un dato che emerge dallo studio - spiega Alessandro Zorzi, cardiologo responsabile dell'Ambulatorio di Cardiologia dello Sport dell'AOUPD - è il ruolo fondamentale della prova da sforzo nella valutazione medico-sportiva. In Italia, la prova da sforzo viene eseguita sempre durante la visita medico-sportiva mentre all'estero viene di solito ci si ferma all'ECG a riposo. Nel nostro studio si dimostra che la prova da sforzo, particolarmente per la valutazione delle aritmie, ha consentito di sospettare una patologia cardiaca in diversi giovani sportivi con ECG di base normale e che sarebbero altrimenti sfuggiti".
    All'inizio di quest'anno, in uno studio in collaborazione con la medicina dello sport della AULSS6 e pubblicato sulla maggiore rivista mondiale di cardiologia dello sport (British Journal of Sports Medicina), sono stati confermati questi dati su una popolazione pediatrica sottolineando come lo screening sia particolarmente utile sopra i 12 anni.
    Il caso di Bove. concludono gli studiosi padovani, "è ancora una volta l'esempio dell'importanza di effettuare controlli medici scrupolosi preventivi ma anche di avere sempre a disposizione un defibrillatore semiautomatico a disposizione negli impianti sportivi. Sarebbe importante che tutti, in particolare giocatori e dirigenti, fossero formati a come prestare il primo soccorso a un compagno colpito da arresto cardiaco".
   

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