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Sanità Veneto: formazione per 1.800 infermieri di famiglia

Sanità Veneto: formazione per 1.800 infermieri di famiglia

Sono 321 per Ulss 9. Seguono Ulss 6 con 302 e Ulss 3 con 245

VENEZIA, 07 giugno 2024, 16:15

Redazione ANSA

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Ha preso il via in tutte le aziende sanitarie del Veneto la formazione dedicata all'istituzione dell'infermiere di famiglia o di comunità (IFoC), nuova figura professionale istituita dalla Regione per rafforzare i servizi e potenziare la presa in carico sul territorio delle persone più fragili: non autosufficienti, disabili o affetti da malattie croniche e dipendenze patologiche.
    La formazione riguarda 1.803 infermieri, così ripartiti nelle diverse aziende sanitarie del Veneto: 321 all'Ulss 9 Scaligera; 302 all'Ulss 6 Euganea; 245 all'Ulss 3 Serenissima; 211 all'Ulss 2 Marca Trevigiana; 125 all'Ulss 7 Pedemontana; 121 all'Ulss 8 Berica; 100 all'Ulss 4 Veneto Orientale; 77 all'Ulss 1 Dolomiti e 66 all'Ulss 5 Polesana. Altri 235 saranno impiegati presso altre forme associative di medicina generale.
    Il personale, fa sapere la Regione, sarà impiegato nei servizi di infermieristica o di Comunità che prenderanno forma nelle nuove Case di Comunità, previste dalla Missione 6 Salute del PNRR. La loro formazione sarà gestita dalla Fondazione Scuola di Sanità Pubblica, con il supporto del comitato tecnico scientifico per gli aspetti di merito. Ai 1.803 professionisti, se ne aggiungono altri 100 che avranno incarichi di natura organizzativa e di coordinamento, e 115 che svolgeranno il ruolo di referenti per la formazione sul campo.
    "Gli infermieri che stiamo formando - spiega l'assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin - effettueranno monitoraggi e iniziative di promozione della salute, in sinergia con i medici di medicina generale o gli specialisti, anche attraverso la teleassistenza e la teleconsulenza". Da questa nuova figura professionale "ci aspettiamo molteplici risultati - precisa Lanzarin -: un miglioramento della qualità di vita delle persone assistite; una diminuzione del ricorso al pronto soccorso; un incremento della partecipazione dell'utenza ai programmi di screening e alle campagne vaccinali proposte".
   

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