Il "dragon boat" come strumento
per il recupero fisico e psicologico, ma anche veicolo per
condividere esperienze e creare nuove amicizie con altre donne
operate di tumore al seno. Si è svolto stamani al Circolo
Canottaggio Ospedalieri di Treviso il primo degli 'open day' di
avvicinamento alla pratica della disciplina sportiva in acqua
organizzati nell'ambito del progetto "Dragon boat in rosa", che
vuole promuovere il movimento tra le donne sopravvissute al
carcinoma mammario.
L'iniziativa, promossa dalla Regione del Veneto e ideata
dall'associazione Unite Gareggiamo Ovunque Onlus (Ugo), è stata
realizzata in coordinamento con l'Ulss 2 trevigiana. Questo
progetto "risponde all'obiettivo regionale di promuovere il
movimento tra le donne colpite da tumore al seno, attraverso
l'attività sportiva del dragon boat", ha spiegato l'assessore
regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin.
Tale disciplina, infatti, "unisce la ripresa fisica - ha
precisato Lanzarin - soprattutto per la riabilitazione del
braccio dal lato dell'intervento chirurgico, con quella
psicologica e sociale, in quanto lo spirito di squadra e una
sana competizione hanno effetti terapeutici molto efficaci di
sostegno reciproco nella lotta alla malattia oncologica e per
una ripresa della vita dopo la malattia".
La giornata di sport è stata promossa in collaborazione con
la squadra trevigiana di dragon boat 'Akea Rosa Lilt Treviso',
istituita nel 2015. Durante la mattinata c'è stato anche spazio
per una conferenza, con la quale sono stati evidenziati i
benefici della pratica del dragon boat. Relatori di giornata
sono stati il direttore della Chirurgia Senologica di Treviso,
Christian Rizzetto, il direttore dell'Unità operativa Recupero e
Riabilitazione Funzionale, Giampietro Bonivento, e il direttore
della Medicina dello Sport dell'Ulss 2, Patrizio Sarto.
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