Nel reparto di Neurologia
dell'ospedale San Luca di Lucca primo impianto del sistema di
infusione sottocutanea continua di levodopa su due pazienti in
fase avanzata di malattia di Parkinson. Un trattamento, spiega
in una nota l'Asl Toscana nord ovest, che rappresenta un
progresso significativo perché consente l'infusione sottocutanea
24 ore su 24 dell'aminoacido utilizzato per la cura della
patologia, che è tuttora il gold standard della terapia per
questi casi. L'impianto sotto-cute per la somministrazione del
farmaco è stato effettuato per la prima volta martedì scorso, 17
dicembre, su due pazienti in fase avanzata di malattia
nell'ambito dell'ambulatorio per i disturbi del movimento della
struttura di Neurologia dell'ospedale lucchese, diretta dal
dottor Marco Vista. L'attività specifica è stata gestita dalle
dottoresse Martina Giuntini e Stefania Salvetti e
dall'infermiera Sonia Salvestrini. Si tratta della prima e
unica terapia a base di foslevodopa/foscarbidopa in infusione
sottocutanea a somministrazione continua e può aiutare i
pazienti a prolungare il periodo in cui i sintomi sono ben
controllati, generalmente definito come stato di 'on'. "Lo
sviluppo della nuova combinazione a base di
foslevodopa/foscarbidopa - fa sapere l'Asl - è stato supportato
da due studi di fase 3: uno studio della durata di 12 mesi che
ha valutato la sicurezza, la tollerabilità e l'efficacia a lungo
termine dell'infusione sottocutanea continua, e uno studio della
durata di 12 settimane che ha confrontato l'efficacia e la
sicurezza della combinazione foslevodopa/foscarbidopa con la
levodopa/carbidopa per via orale. Si tratta di un passo avanti
importante per tutte le persone affette dalla malattia di
Parkinson, che storicamente hanno avuto opzioni di trattamento
limitate: quando il trattamento orale non è più sufficiente a
migliorare le fluttuazioni motorie, i pazienti hanno bisogno di
opzioni alternative".
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