Per le donne toscane in gravidanza
ridotta la quota di compartecipazione economica al test Nipt,
conosciuto anche come test del Dna fetale: dal primo 1 dicembre
è stata ridotta per un importo di 100 euro. Lo rende noto la
Regione Toscana, prima in Italia ad aver inserito il test nel
percorso nascita, cinque anni fa. La quota di compartecipazione
economica ora è quindi
di 100 euro per le gestanti che rientrano in categorie a rischio
e di 300 euro per le donne che non vi rientrano. Per le gestanti
nella fascia di rischio 1/2-1/1000 GIà prevista invece
l'esenzione totale se rientrano in alcune categorie di
occupazione/reddito.
Il Nipt, acronimo inglese di Test prenatale non invasivo è un
esame innovativo senza rischi per la madre ed il feto. Può
essere svolto, si spiega, dalla decima settimana di gravidanza e
permette di rilevare eventuali anomalie cromosomiche e di
definire il rischio di aneuploidie cromosomiche del feto. Ha
un'elevata sensibilità e specificità e, in particolare,
contribuisce a ridurre il ricorso inappropriato alla diagnosi
prenatale invasiva che crea pressioni emotive e fisiche sulle
donne in gravidanza. Nella pratica, è un prelievo di sangue che
consente di isolare e quantificare il Dna del feto così da
indagare sulla presenza di alterazioni genomiche. Dal 2019 in
Toscana il test, spiega sempre la Regione, "viene offerto con
pagamento di una quota di partecipazione alla spesa (e non della
tariffa intera) alle gestanti, destinatarie del
libretto/protocollo della Regione Toscana, che hanno effettuato
il test combinato e hanno un referto di rischio compreso tra
1/301 e 1/1000".
"E' una novità significativa - commenta il presidente Eugenio
Giani -. Il Nipt è un esame che nel resto d'Italia viene offerto
prevalentemente in forma privatistica e con costi elevati, dai
500 agli 800 euro, in Toscana, invece, viene offerto dal sistema
sanitario pubblico, in alcune circostanze anche gratuitamente".
"A seguito di una nuova procedura di gara che ha prodotto un
risparmio - spiega l'assessore al diritto alla salute Simone
Bezzini - abbiamo potuto abbassare la quota di
compartecipazione a vantaggio delle gestanti, diminuendo la
spesa a loro carico. Una scelta che mette al centro le donne, i
bambini e senza oneri aggiuntivi a carico del bilancio
regionale".
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