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10 anni cooperazione Toscana, 659 sanitari coinvolti in 17 Paesi

10 anni cooperazione Toscana, 659 sanitari coinvolti in 17 Paesi

60% finanziamenti su Africa, 22% America Latina e 11% Balcani

FIRENZE, 06 dicembre 2024, 17:45

Redazione ANSA

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I progetti di cooperazione sanitaria toscana hanno visto il coinvolgimento di 659 professionisti del sistema sanitario intervenuti in 17 nazioni diverse, hanno formato oltre 5 operatori in quei Paesi, prese in carico 12 mila persone affette da malnutrizione cronica o permesso ad altre 25 mila di accedere ad acqua potabile. E' quanto emerso nel corso del convegno 'Dalla salute globale alla crescita locale: dieci anni di cooperazione sanitaria della Regione Toscana', in cui è stato fatto il punto sugli ultimi dieci anni di impegno sul fronte della cooperazione sanitaria.
    Nel 2007, è stato ricordato, è stata costituita la Rete di cooperazione sanitaria toscana, alla fine del 2012 è nato il Centro di salute globale, che ha sede al Meyer, e dal 2021 il sistema sanitario regionale collabora con l'Agenzia italiana per cooperazione allo sviluppo. Tanti progetti e aziende protagoniste, collaborazioni strategiche e contaminazioni e finanziamenti concentrati per il 60% sull'Africa, il 22% a vantaggio dell'America Latina, l'11% nei Balcani in Europa e per il 5% nel Medio Oriente. La legge regionale toscana sulla cooperazione sanitaria prevede che, nello svolgere la loro attività nel sistema sanitario pubblico, gli operatori sanitari possano dedicare un mese l'anno di lavoro in un ospedale di zone bisognose. Un mese fa la giunta regionale ha approvato il nuovo piano operativo triennale fino al 2026 per la cooperazione sanitaria internazionale e la salute dei migranti. Il presidente della Regione, Eugenio Giani, ha detto che "la Toscana, attraverso le proprie istituzioni, come il Meyer per esempio, viene incontro ai bisogni dei bambini. Abbiamo a questo proposito una iniziativa in ponte, grazie al patto di amicizia siglato con la regione di Kiev, che permette lo scambio di esperienze e buone pratiche tra gli operatori socio-sanitari degli ospedali delle due regioni, una collaborazione per dare cura e salute ai bambini, il patrimonio più importante delle nostre comunità. Così come abbiamo attivato l'accoglienza dei bambini provenienti dalla Striscia di Gaza che sempre al Meyer vengono curati".
   

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