La spesa farmaceutica della
Toscana "a ottobre ha rilevato un aumento rispetto allo scorso
anno di 140 milioni, circa il 12% in più, con un incremento del
payback stimabile in 30 milioni. Le cause di questo aumento sono
molteplici e riguardano per l'80% l'acquisto di nuovi farmaci
ospedalieri molto costosi, nei campi delle terapie geniche,
dell'immunoterapia e dell'oncologia, che permettono di
raggiungere risultati di grande efficacia in una fetta
importante della popolazione". Lo ha detto il responsabile del
settore assistenza farmaceutica e dispositivi della Giunta
regionale Claudio Marinai, sentito in audizione dalla
commissione sanità del Consiglio regionale della Toscana.
"Il nuovo farmaco per le terapie geniche che restituisce una
vita normale a tanti bambini - ha fatto l'esempio Marinai - ha
un costo di 1,4 milioni mentre le mono somministrazioni efficaci
per il tumore del sangue costano 800.000 euro a iniezione".
Rispetto alle altre regioni italiane, ha spiegato poi
Marinai, la Toscana è posizionata in una fascia virtuosa dal
punto di vista dell'incidenza della spesa sul Fondo sanitario
nazionale, "tuttavia - ha detto - il tetto della spesa
farmaceutica si è alzato dal 2017 al 2023, ovvero è aumentata la
soglia del meccanismo del payback, oltre la quale il produttore
è chiamato a pagare il 50%". Oltre la metà della manovra fiscale
della Regione, ha continuato Marinai, riguarda "la spesa dei
farmaci che è difficilmente comprimibile, se non vogliamo negare
l'accesso a farmaci innovativi. Inoltre anche la compensazione
dovuta alle scadenze brevettuali di farmaci importanti sta
diminuendo, visto che le perdite di brevetto sono sempre più
rare. La prospettiva che si sta affacciando con l'introduzione
di tanti farmaci innovativi rende la situazione del 2024
ripetibile nel 2025, con un aumento analogo della spesa
farmaceutica. Questo pone un problema di sostenibilità per la
nostra regione perché è evidente che è difficile ridurre queste
spese".
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