"Ictus: non solo acuto" è il
titolo del convegno che si svolgerà sabato 23 novembre a
Cagliari, organizzato dalla Struttura di Neurologia e Stroke
Unit dell'Arnas G.Brotzu, diretta da Giovanni Cossu.
Il convegno tratterà una serie di aspetti specifici legati al
trattamento dell'ictus in fase acuta, alla sua prevenzione e ad
alcune particolari comorbilità, con il contributo di esperti
della Società Italiana di Neurologia d'Urgenza e
dell'Associazione Italiana Ictus che condivideranno le best
practice nazionali e internazionali per l'ottimizzazione della
rete di emergenza e la gestione integrata dell'ictus.
La malattia cerebrovascolare rimane una delle principali
cause di mortalità e disabilità in Italia e nel mondo con un
costo veramente importante tanto per il singolo individuo e i
suoi familiari, quanto per l'intera società.
Se la terapia della fase acuta è decisiva nel ridurre la
mortalità e la morbosità precoce, è in corso in parallelo uno
straordinario sforzo per identificare sempre meglio il rischio
di avere un primo evento o di impedirne la recidiva. "Oggi
l'attenzione all'ictus, alla riconoscibilità dei segni e
all'importanza di agire in tempi rapidi è molto aumentata -
osserva la direttore del corso Jessica Moller - ma quello che
ancora manca è l'attenzione al post-evento, ai disturbi (non
solo motori) che possono presentarsi a pochi giorni ma anche a
mesi e addirittura anni di distanza. Si possono verificare
disturbi d'ansia e dell'umore fino a depressione, apatia e
demenza, con decadimento graduale e progressivo delle funzioni
cognitive ed un impatto significativo sulla qualità di vita dei
pazienti".
"Il convegno - sottolinea la direttore generale dell'Arnas
Brotzu Agnese Foddis - vuole porre l'accento sull'importanza
dell'approccio multidisciplinare nei confronti della patologia
ed essere un momento di confronto attivo e partecipato tra tutti
gli specialisti interessati alla gestione del paziente con ictus
al fine di razionalizzare e garantire omogeneità dell'intero
percorso di cura, dalla prevenzione al post-ictus e elle varie
aree del territorio regionale e rappresenta un'importante
occasione per confrontarsi sui nuovi modelli organizzativi,
tecniche diagnostiche e approcci terapeutici avanzati,
soprattutto per le aree a bassa densità di popolazione e per le
situazioni di emergenza più complesse".
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