"Ennesima aggressione a un operatore
sanitario a Bari, ora basta": lo dichiara Ludovico Abbaticchio,
presidente nazionale Sindacato Medici Italiani (SMI),
commentando la notizia dell'infermiere del 118 colpito l'altro
ieri sera a Bari con un pugno da un paziente soccorso. "Sono
state oltre 16mila, nel 2023, le segnalazioni complessive di
aggressioni a operatori sanitari sull'intero territorio
nazionale - aggiunge - per un totale di circa 18mila operatori
coinvolti nelle aggressioni segnalate. A segnalare i due terzi
delle aggressioni sono state professioniste donne, coerentemente
con la composizione di genere del personale sanitario. Le fasce
d'età più colpite sono quelle tra i 30-39 anni e tra i 50-59
anni. La professione più interessata è quella degli infermieri,
seguita da medici e operatori socio-sanitari. I setting più a
rischio sono risultati essere i pronto soccorso, guardie mediche
e 118 in più le aree di degenza e gli aggressori principalmente
gli utenti. Il 26% delle aggressioni segnalate sono fisiche. Il
68% sono aggressioni verbali; il 6% delle aggressioni avviene
contro beni di proprietà del professionista sanitario
aggredito".
"Lo Smi - aggiunge - ha provocatoriamente lanciato la
proposta di richiedere il porto d'armi per tutelare gli
operatori medici e tutto il personale sanitario e sociale dei
territori comunali e regionali. I sindacati di categoria
professionale e dei lavoratori esposti al servizio pubblico
convenzionato devono fare fronte comune. Chiediamo agli organi
Istituzionali di essere ascoltati".
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