Tra i linfomi rari esiste un
sottotipo denominato "linfoma mediastinico della zona grigia"
che si presenta con caratteristiche intermedie e discordanti tra
il linfoma di Hodgkin e il linfoma non-Hodgkin primitivo del
mediastino. Questa difficoltà nell'identificazione porta a una
elevata frequenza di riclassificazione diagnostica e a scarsi
esiti terapeutici registrati in tutto il mondo per i pazienti.
Per fare chiarezza sul linfoma della zona grigia i ricercatori
dell'istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari hanno realizzato
uno studio che è stato pubblicato sulla rivista scientifica
Haematologica Journal della casa editrice Ferrata Storti.
Il lavoro scientifico, a primo nome della matematica Grazia
Gargano, è coordinato a livello nazionale dal medico ematologo
Sabino Ciavarella responsabile del laboratorio di ricerca
traslazionale dell'unità operativa di Ematologia. "Siamo di
fronte - afferma il direttore generale dell'istituto oncologico,
Alessandro Delle Donne - a un esempio paradigmatico di uno
studio di ricerca traslazionale, finanziatoci dal ministero
della Salute e portato a termine grazie a una efficiente rete
cooperativa nazionale di medici e biologi, ma soprattutto grazie
al contributo fondamentale dei nostri giovani matematici e
bioinformatici al servizio del progresso in oncologia. Ancora
una volta impieghiamo i fondi di ricerca corrente ministeriale
per un lavoro ad alto impatto internazionale che utilizza
approcci matematici per creare nuovi strumenti di diagnostica
integrata all'interno di modelli di utili alla pratica clinica".
"Lo scopo principale dello studio - affermano Gargano e
Ciavarella - è rispondere a una necessità molto sentita dalla
comunità scientifica internazionale: migliorare la diagnosi del
"linfoma mediastinico della zona grigia".
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