"Con la pronuncia della Corte" sul
payback "sfavorevole alle imprese si apre una crisi
irreversibile del comparto. Il Governo convochi con urgenza un
tavolo di crisi": è l'allarme lanciato dai presidenti delle
associazioni regionali fornitori ospedalieri, Aforp Puglia e
Basilicata, Asfo Emilia Romagna, Asfo Sanità Umbria, Aform
Marche, Afoc Campania, Asfoc Calabria , Toscana e Sardegna.
Secondo le loro stime, 4mila imprese e 112mila posti di lavoro
sono a rischio.
"Non potremo contro-ribattere le sentenze - dicono - tenuto
conto del giudizio della Consulta, ma il momento storico ci dà
un chiaro segnale: si chiede un contributo di solidarietà, in
cui le aziende vengono chiamate a ricoprire un debito con
bisogno di salute, che non spetta a noi, ma forse a tutta la
collettività. Nell'essere fornitori e non venditori, ci
chiediamo: perché siamo stati chiamati in causa e solo il
comparto delle forniture a contribuire direttamente, al di là
dei margini, al di là del proprio diritto d'impresa, a dare
salute? Il Governo, le istituzioni ci aiutino a capire qual è
la strada maestra da percorrere. Le imprese sono fatte di
persone. La responsabilità non è nostra. La responsabilità è che
il Governo si faccia carico del nostro destino. Se il nostro
destino è scomparire, ci diano i mezzi per chiudere. I mezzi per
rinunciare all'impresa. Che la politica si faccia carico delle
nostre vite, della salvaguardia del lavoro e del futuro delle
generazioni". Secondo le associazioni, "l'impatto sul comparto
sarà devastante: oltre 4mila imprese rischieranno il fallimento
con circa 112 mila posti di lavoro compreso l'indotto del
comparto sanità".
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