La Puglia si piazza a metà classifica
a livello nazionale nel trattamento di infarti e ictus, mentre
nel sistema di emergenza-urgenza del 118 ci sono criticità. E'
quanto emerge dalla terza "Indagine nazionale sullo stato di
attuazione delle reti tempo - dipendenti" dell'Agenas,
presentata oggi. L'indagine è stata condotta nel 2023
analizzando i risultati del monitoraggio rispetto all'anno 2022.
Le reti tempo-dipendenti all'interno degli ospedali - ovvero
le strutture che devono occuparsi di quei pazienti che
presentano patologie, dagli eventi cardiaci agli ictus, per le
quali le conseguenze sono condizionate dalle decisioni e dagli
interventi che si mettono in atto nelle prime ore
dall'insorgenza dei sintomi, presentano una grande variabilità
tra le Regioni. Per quanto riguarda il 118, "la percentuale di
ricoveri di pazienti proveniente dal pronto soccorso sul totale
dei ricoveri appare elevata - è scritto nella relazione -
mostrando ricoveri anche per i codici a minore gravità. Di
conseguenza il tempo di permanenza in pronto soccorso è più
basso, indipendentemente dai codici colore; tuttavia, la
percentuale di abbandono del pronto soccorso è al di sopra della
media nazionale. Si raccomanda di potenziare la presa in carico
nell'area emergenza urgenza riducendo la percentuale di
ricoveri".
Per quanto riguarda gli infarti trattati con Angioplastica
Coronarica (Ptca) entro 90 minuti dal ricovero la Puglia si
piazza a metà classifica con un tasso di infarti trattati del
51,31%, un dato tutto sommato positivo, ma nel Foggiano "c'è da
migliorare". Rispetto alla rete tempo-dipendete per l'ictus, uno
dei parametri valutato nell'indagine è la mortalità a 30 giorni
dal ricovero, la Puglia è al decimo posto: "La trombolisi - si
legge - è da incrementare, cosi come appare utile potenziare gli
hub per migliorare l'accesso alla trombectomia. La percentuale
di riabilitazione è bassa, criticità per invio a riabilitazione
sia residenziale che territoriale".
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