A Torino un giovane cardiopatico
poco oltre i vent'anni ha ricevuto l'impianto di un
defibrillatore extravascolare intratoracico. È infatti affetto
da una malattia genetica rara, che ha colpito l'attivazione
elettrica del cuore, rendendo il paziente vulnerabile rispetto
alla morte cardiaca improvvisa. Si tratta del primo intervento
di questo genere in Piemonte, tra i primi in Italia, eseguito
dalla Cardiologia dell'ospedale Mauriziano di Torino, diretta da
Giuseppe Musumeci, con l'équipe elettrofisiologica, guidata da
Stefano Grossi.
I defibrillatori impiantabili sono dispositivi in grado di
interrompere le gravi aritmie e vengono collocati parzialmente
all'interno delle camere cardiache attraverso il sistema venoso
e col tempo possono essere oggetto di disfunzione o di
infezione. Per ridurre tali problematiche negli ultimi anni é
stato introdotto un sistema extracardiaco, in cui i cateteri
decorrono nel sottocute, evitando che eventuali fenomeni
infettivi giungano nel sistema circolatorio e al cuore. Questo
dispositivo ha però il limite di avere tra il sistema di
defibrillazione e il cuore tutto lo spessore della cassa
toracica, con conseguente impossibilità di stimolazione duratura
e necessità di alte energie di intervento.
Il nuovo dispositivo extravascolare intratoracico, grande
quanto una saponetta, viene impiantato sotto l'ascella e la sua
parte attiva, l'elettrodo, viene posizionata sotto lo sterno,
vicino al cuore. Dura a lungo, undici anni, ha dimensioni
ridotte, non necessita di erogare shock ad alta energia, ha un
minimo impatto estetico e determina un impaccio trascurabile nei
movimenti. "Per tutte queste ragioni abbiamo scelto di
impiantarlo in un paziente così giovane. - dichiara Grossi -. Il
ragazzo è già stato dimesso e in pochi giorni potrà tornare ad
avere una vita normale, compreso lo svolgimento di una moderata
attività fisica". "Questo intervento innovativo - dichiara
Musumeci, fa parte di un programma assolutamente
all'avanguardia, che vede il servizio di elettrofisiolgia della
nostra divisione il primo in Italia tra gli ospedali pubblici e
il terzo in assoluto per volume e qualità delle procedure
ablative delle principali aritmie".
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