La Regione Molise, insieme ad
altre sottoposte al Piano di rientro dal disavanzo sanitario,
non potrà "ad oggi garantire la somministrazione dell'anticorpo
monoclonale Nirsevimab (classificato in fascia C da Aifa) in
quanto trattasi di prestazione extra Lea". Così il ministero
della Salute in una nota del 18 settembre scorso trasmessa ai
direttori generali della sanità delle Regioni e Province
autonome e alle Strutture commissariali.
In sostanza, l'anticorpo Nirsevimab, utilizzato per le
infezioni da virus respiratorio sinciziale in età pediatrica
(bronchiolite), dovrà essere a carico dei cittadini e quindi a
pagamento. Una decisione che ha sollevato dubbi e polemiche e
che ora è stata riconsiderata. "Questo Ministero - si legge
nella nota - in ogni caso si riserva ulteriori approfondimenti"
con l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Il percorso che verrà
seguito è quello che prevede il trasferimento del Nirsevimab dai
farmaci in fascia C a quelli in fascia A, dunque a carico del
Servizio sanitario nazionale (Ssn), in considerazione
dell'aumentata incidenza del virus nella popolazione pediatrica.
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