Passi avanti contro le forme più
gravi del tumore al seno, come quelle metastatiche o le forme
iniziali più aggressive. Ad illustrare gli ultimi progressi
della scienza è il direttore del Dipartimento sviluppo nuovi
farmaci all'Ieo di Milano e ordinario di Oncologia Medica
all'Università di Milano, Giuseppe Curigliano sulla base degli
studi presentati a San Antonio, in Texas, al Congresso sul
tumore al seno.
Il nuovo studio, Destiny06, pubblicato di recente sul New
England Journal of Medicine, ha dimostrato l'efficacia
dell'anticorpo coniugato al farmaco (trastuzumab con deruxtecan)
contro un particolare sottotipo di tumore al seno
particolarmente aggressivo, ovvero l'Her2-low. Una combinazione,
anticorpo-farmaco che, spiega Curigliano "ha dato un controllo
della malattia di oltre 14 mesi e una percentuale di risposta
intorno al 60% che invece con la sola chemioterapia si è fermata
al 30%".
Lo studio ha coinvolto 866 pazienti. "Di queste - prosegue
l'esperto - 713 avevano un tumore al seno Her2-Low mentre 153
presentavano una malattia Her2-Ultralow. Donne normalmente
candidate alla chemioterapia e che presentano una prognosi molto
sfavorevole". La terapia, in base ai risultati, ha dimostrato di
essere "molto attiva" in pazienti che, dopo il trattamento in
prima linea con gli inibitori delle cicline (famiglia di
proteine che regola la progressione del ciclo cellulare),
tendono a una recidiva della malattia.
In particolare, l'Her2 è un recettore che favorisce la
crescita cellulare e quindi anche quella del cancro. La sua
presenza o meno influisce sulla prognosi e anche sul percorso di
cura che un paziente deve ricevere. Tra i carcinomi mammari Her2
negativi si stima un 60-65 per cento di Her2-Low e un altro 25%
di Her2-Ultralow. "Negli ultimi anni abbiamo analizzato con
maggiore precisione questo sottogruppo di casi", sottolinea
Curigliano spiegando che al momento, "grazie ai continui
progressi ottenuti" la forma metastatica "è una condizione
trattabile".
"Le nuove terapie mirate, e più in generale la medicina di
precisione - continua il direttore del Dipartimento Sviluppo di
Nuovi Farmaci all'Ieo di Milano - stanno portando nuove chance
per le donne, anche in termini di qualità di vita". In totale
solo in Italia vivono oltre 52mila pazienti con tumore del seno
metastatico. "Ogni singolo caso di questa neoplasia - spiega
Curigliano - è influenzato da diversi fattori, presenta una
differente biologia e ha un adattamento clinico diverso. Il
nostro compito deve essere fare emergere tutte queste differenze
e trovare opzioni terapeutiche specifiche".
Da qui la necessità di variare i trattamenti e personalizzare
le terapie sulla base delle singole specificità. "Questo
principio vale anche per i tumori metastatici che sono quelli in
cui la neoplasia viene originata nel seno ma poi si diffonde in
altre parti dell'organismo", dice Curigliano.
Il tumore al seno è un carcinoma che presenta un impatto
sempre maggiore sulla salute pubblica. Nonostante i continui
miglioramenti ogni anno i decessi nel nostro Paese sono oltre
15mila "e quindi ancora molta strada resta da percorre e non
solo sul fronte terapeutico". Fondamentale è il tema della
prevenzione secondaria e quindi dei programmi di screening "ma
qui i tassi di adesione - rileva Curigliano - sono ancora bassi
in Italia". Occorre dunque "incrementare il numero di donne che
si sottopongono alla mammografia deve essere una priorità per le
nostre istituzioni".
Lo studio sulla combinazione anticorpo-farmaco "verrà
aggiornato e prevediamo di pubblicare entro un anno - conclude
Curigliano - nuovi risultati sulla sopravvivenza globale".
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