É operativo dallo scorso giugno il
3D Innovation Lab di Humanitas che ha come obiettivo quello di
promuovere la contaminazione tra attività clinica, ricerca
scientifica e formazione universitaria, e di favorire la nascita
di collaborazioni con aziende biotech e mondo industriale.
L'inaugurazione del nuovo anno accademico è stata l'occasione
per illustrare le attività del laboratorio, la cui missione è
trasformare le scoperte scientifiche condotte in laboratorio in
soluzioni reali e applicabili al letto del paziente. Il team è
composto da ingegneri biomedici e dei materiali, ricercatori
biomedici ed esperti di ingegneria dei tessuti.
Tra le tecnologie a disposizione del laboratorio c'è ad
esempio uno scanner 3D in grado di catturare immagini ad alta
definizione di oggetti tridimensionali - come parti del corpo
umano - realistiche sia a livello geometrico macroscopico sia a
livello di texture microscopica delle superfici. Un parco di
stampanti 3D capaci di realizzare organi a dimensione naturale:
l'obiettivo è migliorare il training o anche testare device e
strategie di delivery dei farmaci. C'è poi un biostampante 3D di
cellule, Electrospider, che è in grado di creare colture
cellulari tridimensionali che replicano meglio i tessuti
dell'organismo, tumori inclusi, dove la tridimensionalità del
microambiente tumorale gioca un ruolo fondamentalenei meccanismi
patologici. Infine un bioindenter in grado di analizzare le
proprietà biomeccaniche dei tessuti, fondamentale per poter poi
replicare in modo fedele il tessuto attraverso tecniche di
stampa 3D. La macchina fa parte del laboratorio diretto dal
professore Alessandro Zerbi, responsabile della Chirurgia del
Pancreas di Irccs Istituto Clinico Humanitas. ll laboratorio,
nato tre anni fa in partnership con il Politecnico di Milano,
anche grazie al supporto di Fondazione Humanitas per la Ricerca,
per studiare e riprodurre le proprietà biomeccaniche del tessuto
pancreatico, è un apripista per lo studio dei phantom organs.
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