Fino a poco tempo fa l'unica
soluzione per l'obesità era la chirurgia bariatrica. Dopo
l'arrivo dei potentissimi farmaci iniettivi semaglutide e
tirzepatide (avamposto di tanti altri), oggi vi è anche una
terza via: l'endoscopia bariatrica. Dal 2013 antesignano del
trattamento in Europa è il Policlinico Universitario Agostino
Gemelli Irccs, dove sono attualmente in corso 15 trial clinici
per un trattamento che, grazie all'ausilio di robot, si ridurrà
nei prossimi anni a soli 5 minuti. Ogni anno il Gemelli
organizza una masterclass dedicata all'argomento per meno di 50
partecipanti da tutto il mondo, la prossima a ottobre 2025.
"Secondo le linee guida, l'intervento va riservato ai pazienti
con un indice di massa corporea (Bmi) tra 30 e 40, ma presto
l'indicazione potrebbe estendersi ai pazienti sopra 27 e sotto
30, in presenza di comorbilità associate", afferma Cristiano
Spada, ordinario di Gastroenterologia alla Cattolica e direttore
Uo di Endoscopia digestiva chirurgica del Gemelli.
L'intervento, effettuato in anestesia generale o sedazione
profonda, dura appena 20-30 minuti e viene eseguito con un
gastroscopio sul quale viene montata una speciale suturatrice.
"Dopo aver inserito l'endoscopio, si supera l'esofago e si
arriva nello stomaco, dove mettiamo punti di sutura a tutto
spessore fino ad arrivare al fondo, che non viene 'cucito', per
sfruttare il fatto che, distendendosi con l'arrivo del cibo,
conferisce un senso di sazietà precoce", spiega Ivo Boškoski,
associato di Gastroenterologia alla Cattolica, Uoc Endoscopia
digestiva chirurgica del Gemelli. "Una tecnica innovativa che
stiamo vagliando è l'associazione dell'intervento di endosleeve
(gastroplastica verticale endoscopica, ndr) all'ablazione della
mucosa del fondo gastrico, con uno speciale laser", aggiunge.
L'endoscopia bariatrica "è ripetibile in caso di recidiva (cioè
nuovo aumento di peso) e può inoltre essere effettuata anche nei
pazienti sottoposti in precedenza ad intervento di chirurgia
bariatrica, risultato inefficace", continua Spada, che evidenzia
come abbia "una percentuale di complicanze gravi (perforazioni,
sanguinamenti) bassissima e gestibili durante la procedura
stessa". All'intervento sempre più spesso vanno aggiunti i
farmaci antiobesità, e i pazienti devono comunque seguire diete
specifiche sotto un controllo multidisciplinare: "il paziente
deve sapere che è necessario cambiare il proprio stile di vita",
conclude.
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