Un codice identificativo univoco
inserito in un "braccialetto" personale indossato direttamente
dal paziente consente a chi necessita di una trasfusione di
ricevere solo il sangue assegnatogli dal Centro Trasfusionale.
In caso di associazione errata tra paziente ed unità, il
braccialetto emette un allarme visivo e sonoro che impedisce la
procedura trasfusionale. Questo sistema, presente in poche altre
realtà sanitarie del Paese, è attualmente in uso nel Lazio solo
in due strutture: all'Ospedale G.B. Grassi di Ostia e
all'Ospedale Belcolle di Viterbo.
"Prevenire errori nel percorso della trasfusione del sangue;
sbagli che possono anche costare una vita. Al Servizio
Immunotrasfusionale SIMT della ASL Roma 3 questo non è
possibile, perché abbiamo attivato un sistema informatizzato che
consente di tracciare la trasfusione dal momento della richiesta
in reparto da parte del personale sanitario, attraverso
l'identificazione delle unità più adatte al paziente presso il
Centro Trasfusionale, fino all'arrivo delle unità al letto del
paziente stesso", spiega Luca Mele, Direttore del Servizio
Immunotrasfusionale della Asl Roma 3 presso l'Ospedale G.B.
Grassi. "L'obiettivo è quello di maturare una maggiore
consapevolezza sull'utilizzo del sangue, consentendo la
diffusione delle corrette pratiche da adottare per prevenire gli
errori nel percorso della trasfusione. La prevenzione riduce
quindi il rischio sanitario e identificare rapidamente l'anemia
permette di limitarla ai soli pazienti per cui è realmente
indicata", aggiunge Francesca Milito, Direttore Generale della
ASL Roma 3.
Il Centro Trasfusionale della ASL Roma 3 offre alla
cittadinanza un ambulatorio di medicina trasfusionale dedicato
alla gestione dell'anemia. Nato alla fine del 2022, sta
incrementando notevolmente il numero di prestazioni: registra
oltre 100 accessi al mese, distribuiti per cinque giorni alla
settimana, dal lunedì al venerdì. Un totale di quasi 2.000
accessi in poco meno di due anni.
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