Il cambiamento climatico ha
"favorito l'insediamento e la diffusione in Europa della zanzara
tigre asiatica, Ae. albopictus, vettore del virus della dengue.
È molto probabile che questa specie sia stata introdotta
dall'Asia in Europa e negli Usa all'interno di container. Gli
inverni sono sempre più miti e nei paesi dell'Europa meridionale
la stagione di attività delle zanzare si allunga. Questa zanzara
si sta diffondendo anche nel nord dell'Europa; recentemente è
stata osservata in Normandia. Nonostante ciò, il rischio di
trasmissione locale della dengue è ancora limitato ai Paesi
dell'Europa meridionale". Lo rileva Cyril Caminade, ricercatore
nella sezione di Fisica del sistema Terra dell'Ictp di Trieste,
esperto di cambiamenti climatici e malattie infettive.
Dopo i casi di febbre Dengue riscontrati in due pazienti a
Trieste, già dimessi dall'ospedale, e altri in Italia e in
Europa, Caminade precisa che "la recente impennata osservata nel
2024 è per lo più associata a casi importati da viaggiatori
infetti di ritorno da Paesi endemici ed è collegata alla
situazione della dengue in America Latina e in Asia. Circa 200
casi importati sono stati segnalati a maggio per l'Italia
rispetto ai 1.600 della Francia. Quello che preoccupa è
l'aumento del numero di casi locali di dengue in Francia nel
2022 (circa 65) e in Italia nel 2023 (circa 68): i servizi
sanitari pubblici dovranno essere estremamente vigili nel corso
del 2024".
Il Centro europeo per il controllo delle malattie, spiega
l'esperto, "stima che circa il 40-80% dei casi di dengue sia
asintomatico. Inoltre una prima infezione in adulti sani è di
solito raramente fatale. Sospetterei che queste infezioni",
registrate in Occidente, "possano essere state prime infezioni
in individui sani e c'è stata anche una pronta risposta da parte
degli operatori sanitari".
Parlando infine di quanto possa incidere il cambiamento
climatico nella maggiore diffusione della dengue in America
Latina, Caminade sottolinea che "il fenomeno del Niño modifica i
fenomeni meteorologici tropicali" ed è "storicamente associato a
un maggior rischio di trasmissione di arbovirus. Il dibattito
sull'impatto sui futuri eventi di El Niño è ancora aperto e
alcuni studi suggeriscono che potrebbero intensificarsi". Ma "ci
sono anche molti altri fattori socio-economici che hanno
influito sulla diffusione della dengue in America Latina". "Una
buona notizia - conclude - è che è in corso di sperimentazione
un vaccino tetravalente contro la dengue. Il governo brasiliano
ha recentemente acquistato circa 5 milioni di dosi".
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