L'Ordine dei Medici di Chieti, "pur
nel rispetto del legittimo diritto di cronaca e della libertà di
espressione, ritiene indecorosi titoli e articoli giornalistici
che espongano alla 'gogna' mediatica
professionisti anche prima di essere ufficialmente rinviati a
giudizio". L'intervento si riferisce alle notizie pubblicate da
organi di stampa in cui "sono stati riportati i nominativi di
medici implicati in indagini in relazione alla morte di un
paziente in un ospedale della provincia".
Secondo l'Ordine dei Medici "questo tipo di comunicazione
'aggressiva' contribuisce ad esacerbare gli animi dei nostri
cittadini e, di conseguenza, ad alimentare il clima di sfiducia
e malcontento fino ad arrivare alle tristemente note aggressioni
fisiche e verbali nei confronti dei sanitari". L'organo dei
medici chiederà chiarimenti sul tema all'Ordine dei Giornalisti
d'Abruzzo al fine di evitare il ripetersi di episodi simili.
"La presunzione di innocenza - si sottolinea in una nota - è
la base del nostro Stato di diritto. Non può essere sufficiente
un semplice avviso di garanzia, e spesso neanche quello, perché
si generi nell'intero 'sistema di opinione' la certezza della
colpevolezza.
È anche sulla base di tali articoli che aumenta sempre di più la
distanza medico-paziente e viene
minata la serenità del lavoro quotidiano di professionisti
appassionati e competenti che l'opinione pubblica e i giornali
condannano, spesso, fin dall'inizio, senza attendere le fasi di
giudizio in cui,
nella pressoché totalità dei casi, i professionisti sanitari
riescono a far emergere la propria
innocenza".
"La difesa del nostro SSN - spiega l'Ordine dei Medici di
Chieti - passa necessariamente per la difesa dei suoi
professionisti che, sempre più
numerosi, decidono di abbandonare il sistema pubblico non solo
per il carico di lavoro e gli stipendi
poco attrattivi, ma anche per il carico medico legale sempre più
insostenibile".
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