Un ospedale al fianco delle donne
vittime di violenza, con percorsi e protocolli ad hoc di
assistenza e tutela: è il filo conduttore del patto di salute
socio-sanitario siglato tra Comune di Avezzano e Asl provinciale
dell'Aquila. Attraverso la sinergia tra Pronto soccorso,
Ginecologia e Pediatria in attivazione di un piano di
potenziamento, l'ospedale garantisce da tempo un'ampia
assistenza alle vittime di violenze di genere. L'obiettivo è
rafforzare le attività, anche in un contesto sociale,
nell'ambito di una incisiva sinergia con il Comune di Avezzano.
Intervenuti alla presentazione del patto il sindaco di Avezzano,
Giovanni Di Pangrazio, il direttore sanitario aziendale della
Asl, Alfonso Mascitelli, il direttore del reparto Pediatria,
Gianna Tollis, e del pronto soccorso, Carlo Rodorigo, oltre al
responsabile della Ginecologia, Alessandro Bonitatibus, e alla
ginecologa Alessandra Fazi. Per l'amministrazione comunale,
presenti l'assessore alla Sanità Filomeno Babbo, l'assessore
alle Pari opportunità Iride Cosimati, le consigliere comunali
Federica Collalto e Patrizia Gallese e la presidente della
Commissione pari opportunità, Concetta Balsorio.
Al pronto soccorso da otto anni esiste una procedura dedicata
che mira al riconoscimento della condizione di vittime di
violenza anche in assenza di una esplicita dichiarazione della
donna. All'arrivo al pronto soccorso alla donna viene assegnato
il colore giallo per velocizzare la presa in carico che si
caratterizza anche per il sostegno delle associazioni del
territorio.
Un ulteriore servizio del presidio marsicano è quello che
consente alle donne di rivolgersi (anche in maniera anonima)
all'ambulatorio di Ginecologia e ostetricia al quinto piano
dell'ospedale di Avezzano per l'interruzione volontaria di
gravidanza, prevista con modalità farmacologica entro le 9
settimane, o con modalità chirurgica, fino alla 12/a settimana +
6 giorni di amenorrea. La donna è accompagnata in tutto il
percorso ospedaliero da personale medico, infermieristico,
ostetrico e ausiliari.
Il percorso per il parto in anonimato consente alla madre di
non riconoscere il bambino e di lasciarlo nell'ospedale in cui è
nato dove verrà accolto dal personale della Neonatologia che
provvederà a segnalare la nascita alla Procura dei Minori
dell'Aquila. Nei giorni successivi il bimbo verrà registrato con
un nome e cognome scelto dai sanitari e subito dopo affidato a
una famiglia adottiva. La donna può allattare il neonato o
fargli arrivare il latte materno ed eventualmente visitarlo. Per
evitare che possa essere individuata, la puerpera viene gestita
come una qualsiasi degente senza essere collocata in spazi
distinti.
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