Il governo, all'esito di un
monitoraggio ad hoc, valuterà se mettere "a regime" alcune
"misure di parziale allentamento dei vincoli di esclusività, che
consentano al professionista sanitario di dedicare un tempo
limitato" ad "attività o incarichi libero-professionali". Lo ha
detto il ministro ai Rapporti col Parlamento, Luca Ciriani,
rispondendo al qt alla Camera.
"In via sperimentale e, per la prima volta, questa strada è
stata intrapresa con l'articolo 13 del decreto-legge in materia
di salute del 2023 per le professioni sanitarie
infermieristiche, di ostetrica, riabilitative, tecnico-sanitarie
e della prevenzione, i cui operatori svolgono, in forza di un
titolo abilitante rilasciato dallo Stato, attività di
prevenzione, assistenza, cura o riabilitazione, anche a
domicilio - ricorda Ciriani -. Tali prestazioni, fino al 31
dicembre 2025, possono essere svolte, a condizione che si sia
liberi dal servizio, anche in favore del privato, con la
finalità, tra le altre, di consentire la regolarizzazione di
condotte in precedenza considerate non conformi a legge. La
disposizione prevede un monitoraggio periodico da parte del
ministero della salute sulla sua concreta attuazione, da
svolgersi comunque entro due anni dalla entrata in vigore.
L'esito di tale monitoraggio, unitamente ad una riconsiderazione
in senso maggiormente professionalizzante delle sopra richiamate
categorie di operatori sanitari, consentiranno di valutare
l'eventuale messa a regime della misura".
È già "emerso che l'autorizzazione all'esercizio degli
incarichi di cui trattasi è maggiormente richiesta e rilasciata
per le professioni sanitarie di: infermieri, fisioterapisti,
dietisti, logopedisti, terapisti della neuro e psicomotricità
dell'età evolutiva e tecnici della fisiopatologia
cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare", le parole di
Ciriani.
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