(di Alessandro Balbo)
Un'anagrafe vaccinale nazionale
estesa alla popolazione adulta e anziana, che superi i limiti
delle diverse realtà regionali e, soprattutto, delle diverse
fasce d'età. È quanto chiedono alle istituzioni emersa i medici
che oggi a Roma presso la Fondazione Enpam, hanno presentato
l'edizione 2025 del Calendario vaccinale per la Vita.
"Al momento vengono riuniti a livello nazionale i dati
dalle anagrafi vaccinali regionali, già attive, sulla
popolazione pediatrica, di cui a breve dovremmo conoscere i
risultati. Ma bisogna applicare il monitoraggio a tutta la
popolazione", ha detto Paolo Bonanni, docente di Igiene presso
il dipartimento di Scienze della salute dell'Università di
Firenze e coordinatore del Board del Calendario, che comprende
cinque società scientifiche: Società italiana d'igiene, medicina
preventiva e sanità pubblica (Siti), Società italiana di
pediatria (Sip), Federazione italiana medici pediatri (Fimp),
Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg) e
Società italiana di medicina generale e delle cure primarie
(Simg).
"Siamo come una barca senza bussola: offriamo delle
vaccinazioni senza avere un'idea di quanti vi abbiano aderito,
con i dati che rimangono sparsi", ha continuato Bonanni. Sono
proprio i dati - la loro mancanza, e la difficoltà di
consultazione - l'elemento cruciale, in quanto, come ha
ricordato il presidente Fimp Antonio D'Avino citando un'indagine
interna della Federazione, "il 30% dei pediatri di famiglia non
ha accesso alle anagrafi regionali e non ha quindi la
possibilità di verificare se un bambino abbia o meno ricevuto un
certo tipo di vaccinazione".
Ad oggi, tra gli indicatori utilizzati a livello nazionale
per rilevare la qualità dell'assistenza vaccinale offerta, "per
gli adulti è presente solamente quello relativo alla copertura
antinfluenzale degli over65", ha evidenziato Tommasa Maio,
responsabile area Vaccini Fimmg. "A fronte dei 6 indicatori
relativi all'età pediatrica, questo dato si dimostra incompleto
e discordante rispetto a una prospettiva di pianificazione
vaccinale per la vita", ha continuato, spiegando come le
conoscere le coperture sia fondamentale anche per l'operatività
per gli addetti alla vaccinazione.
"Ogni azienda sanitaria conosce esattamente i propri dati,
ma questi muoiono lì, anche per l'impossibilità di sovrapporre
diverse variabili (come la fragilità) per motivi di privacy. Ci
si sta lavorando, ma i tempi sono lunghi". Il contrasto tra
diritto alla privacy e quello alla salute è uno degli aspetti
fondamentali trattati dal Calendario, in cui viene portata alla
luce la necessità di consentire alle Agenzie di sanità pubblica
e ai dipartimenti di prevenzione di poter fare chiamate attive
alla popolazione fragile sulla base del rischio, e non solo del
fattore età.
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