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Cnb, ministero finanzi studi nuovi su farmaco disforia di genere

Cnb, ministero finanzi studi nuovi su farmaco disforia di genere

'Irrobustire dati su triptorelina. Prescrizione non è esclusa'

ROMA, 16 dicembre 2024, 18:52

Redazione ANSA

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Sull'uso dei bloccanti della pubertà è necessario che il "Ministero della Salute si faccia carico di finanziare studi clinici indipendenti, finalizzati a ottenere dati dirimenti sull'efficacia e sui rischi della somministrazione del farmaco, di qualità superiore rispetto a quelli già realizzati, i quali non appaiono adeguati all'obiettivo".
    È questa la conclusione del parere del Comitato Nazionale di Bioetica sull'uso della triptorelina nel caso di diagnosi di disforia di genere nei minori in risposta al quesito del ministero di un anno fa. Il parere è stato approvato nella Plenaria del 22 novembre con 29 voti a favore, 2 astenuti e 1 voto contrario. Un tema sul quale è acceso il dibattito sia a livello nazionale che internazionale.
    In particolare il Comitato Nazionale di Bioetica, constata "l'insufficienza dei dati scientifici sull'uso dei bloccanti della pubertà e la necessità di irrobustirli". Pertanto, "auspica che le prescrizioni avvengano solo nell'ambito delle sperimentazioni promosse dal ministero della Salute". In ogni caso, il Cnb "raccomanda" che la prescrizione del farmaco "avvenga solo dopo che le terapie psicologiche/interventi psicosociali e eventualmente psichiatrici non si siano rivelati efficaci". Tuttavia, non è esclusa la prescrizione al di fuori delle sperimentazioni cliniche: anzi, il Cnb sottolinea che essa "va assicurata anche nell'eventualità di somministrazioni al di fuori delle sperimentazioni, cioè nel caso di diniego del consenso alla sperimentazione o a seguito di specifiche valutazioni cliniche del medico".
    La richiesta di studi clinici - scrivono 15 dei membri del Cnb nella dichiarazione di voto - non è "un invito ad aumentare le prescrizioni per supportare una sperimentazione, ma di limitare al massimo l'uso del farmaco, purtroppo già legittimato, inserendolo esclusivamente in studi rigorosi e in percorsi terapeutici ben definiti. Questo consentirà, da un lato, di evitare abusi e di promuovere percorsi informati al principio di massima trasparenza, dall'altro di monitorarne gli esiti: se negativi, sarà possibile impedire questa pratica".
   
   

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