Cresce la preoccupazione degli
italiani per la crisi della sanità pubblica. Il 60% pensa che,
allo stato attuale, il servizio sanitario nazionale non è
sufficiente a garantire i bisogni sanitari e di cura (era il 46%
lo scorso anno). Specularmente scende al 47%, rispetto al 56%
del 2023, la quota di persone che si dicono soddisfatte delle
cure ricevute nel pubblico. Sono alcuni dei dati di un'indagine
dell'Osservatorio Sanità di UniSalute, che con l'istituto di
ricerca Nomisma, ha interrogato un campione di 1.346 persone su
tutto il territorio nazionale.
Secondo l'indagine, i tempi di erogazione delle prestazioni
restano il problema principale riscontrato dagli intervistati,
con il 77% che li considera eccessivi. Più di quattro su cinque
(84%), inoltre, sono convinti che rispetto a 5 anni fa i tempi
di attesa si siano allungati. Critico è anche l'aspetto del
personale con 3 intervistati su 4 che ritengono il numero di
medici e infermieri in forze al Servizio sanitario nazionale
inadeguato rispetto alle esigenze dei cittadini.
Nonostante ciò, gli italiani continuano a riconoscere il
ruolo centrale del servizio sanitario nazionale: il 50% dice di
avere comunque ancora fiducia nella sanità pubblica e oltre uno
su tre (36%) continua a ritenerla una delle migliori al mondo.
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