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>>>ANSA/Gabbie e barriere, l'esercito contro la peste suina

>>>ANSA/Gabbie e barriere, l'esercito contro la peste suina

In azione nei territori da sorvegliare. Ma mancano i veterinari

ROMA, 22 ottobre 2024, 18:32

Redazione ANSA

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(di Alessandra Moneti) Arriva l'esercito a supporto delle strategia di contenimento ed eradicazione della peste suina africana. "Dal primo novembre avremo il supporto dei militari ai quali - ha annunciato il commissario straordinario alla peste suina africana (Psa), Giovanni Filippini - daremo puntuali indicazioni sui territori dove abbiamo bisogno della sorveglianza e dove abbiamo bisogno di mettere le gabbie per la cattura dei cinghiali. Andranno avanti in maniera coordinata e gestita a livello centrale. E questo si farà - ha precisato in audizione alla Camera - con l'esercito, con le polizie provinciali, con la protezione civile e con le ditte specializzate. Le forze armate potranno svolgere la loro azione nella zona di controllo di espansione virale".
    "Abbiamo atteso prima di impiegare l'esercito, affinché fossero nitide le modalità e le finalità di utilizzo delle nostre forze armate", ha precisato il sottosegretario all'Agricoltura Patrizio La Pietra, secondo il quale "la chiarezza e la determinazione, essenziali per contrastare efficacemente la Psa, sono evidenziate anche dalla decisione, spiegata dal commissario, di avvalersi di strategie coordinate con il supporto di polizia provinciale, cacciatori e agricoltori nell'attività di sorveglianza". Per scongiurare che l'emergenza possa radicalizzarsi, con tutte le conseguenze per la zootecnia che ne deriverebbero, la cabina di regia sembra dunque un punto fermo nella strategia di contenimento della peste suina africana. "Abbiamo concentrato molto il coordinamento a livello centrale, avendo capito - ha sottolineato Filippini - che la Psa deve assolutamente essere gestita da una cabina di regia. A breve verrà nominato anche un nuovo subcommissario che avrà la delega di gestire il depopolamento dei cinghiali, a partire dai parchi. Soprattutto nella zona di espansione virale dove andremo a concentrare tutte le forze necessarie". Con l'obiettivo proclamato da Filippini di riportare "la specie in equilibrio coi territori" e soprattutto, a tutela degli automobilisti e dei trasporti, sono inoltre in allestimento delle barriere lungo importanti assi viari della Penisola.
    "Sto per firmare due convenzioni, la prima con le concessionarie di autostrade e l'altra con il concessionario della Cisa. Queste barriere fortunatamente verranno messe nei terreni di competenza dell'autostrada e quindi loro ci garantiscono anche la manutenzione", ha annunciato Filippini.
    Sulle barriere, ha assicurato, "stiamo correndo. In due mesi abbiamo già chiuso Milano, parliamo quindi di centinaia di chilometri. Daremo poi priorità alla Cisa, anche se è veramente molto complicata come territorio. Il ministero della Salute sta acquistando le gabbie per la cattura degli animali che daremo in gestione solo all'interno delle zone di controllo di espansione virale all'esercito e alla polizia provinciale". La lotta alla peste suina parte tuttavia con un organico dei veterinari di sanità pubblica sottodimensionato rispetto alle esigenze dettate dall'emergenza e sul territorio italiano mancano anche mattatoi specializzati per un macello delle carni selvatiche separato ed esclusivo. "Dovremmo rapidamente recuperare nuovi veterinari.
    Siamo in difficoltà, - ha ammesso Filippini - anche perché abbiamo una categoria di professionisti che sta andando in pensione. Inoltre i veterinari che seguono i focolai non possono rientrare in altri allevamenti prima di una settimana e quindi occorre una rotazione dell'organico". Nel frattempo indennizzi per gli allevamenti colpiti vengono chiesti dal presidente di Coldiretti Ettore Prandini: "oltre ai danni diretti, legati alla perdita dei capi - ha detto - occorre includere anche quelli indiretti, con gli allevamenti costretti ad interrompere completamente tutte le attività, comprese quelle di ripopolamento".
   

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