(di Alessandra Moneti)
Arriva l'esercito a supporto delle
strategia di contenimento ed eradicazione della peste suina
africana. "Dal primo novembre avremo il supporto dei militari ai
quali - ha annunciato il commissario straordinario alla peste
suina africana (Psa), Giovanni Filippini - daremo puntuali
indicazioni sui territori dove abbiamo bisogno della
sorveglianza e dove abbiamo bisogno di mettere le gabbie per la
cattura dei cinghiali. Andranno avanti in maniera coordinata e
gestita a livello centrale. E questo si farà - ha precisato in
audizione alla Camera - con l'esercito, con le polizie
provinciali, con la protezione civile e con le ditte
specializzate. Le forze armate potranno svolgere la loro azione
nella zona di controllo di espansione virale".
"Abbiamo atteso prima di impiegare l'esercito, affinché
fossero nitide le modalità e le finalità di utilizzo delle
nostre forze armate", ha precisato il sottosegretario
all'Agricoltura Patrizio La Pietra, secondo il quale "la
chiarezza e la determinazione, essenziali per contrastare
efficacemente la Psa, sono evidenziate anche dalla decisione,
spiegata dal commissario, di avvalersi di strategie coordinate
con il supporto di polizia provinciale, cacciatori e agricoltori
nell'attività di sorveglianza". Per scongiurare che l'emergenza
possa radicalizzarsi, con tutte le conseguenze per la zootecnia
che ne deriverebbero, la cabina di regia sembra dunque un punto
fermo nella strategia di contenimento della peste suina
africana. "Abbiamo concentrato molto il coordinamento a livello
centrale, avendo capito - ha sottolineato Filippini - che la Psa
deve assolutamente essere gestita da una cabina di regia. A
breve verrà nominato anche un nuovo subcommissario che avrà la
delega di gestire il depopolamento dei cinghiali, a partire dai
parchi. Soprattutto nella zona di espansione virale dove andremo
a concentrare tutte le forze necessarie". Con l'obiettivo
proclamato da Filippini di riportare "la specie in equilibrio
coi territori" e soprattutto, a tutela degli automobilisti e dei
trasporti, sono inoltre in allestimento delle barriere lungo
importanti assi viari della Penisola.
"Sto per firmare due convenzioni, la prima con le
concessionarie di autostrade e l'altra con il concessionario
della Cisa. Queste barriere fortunatamente verranno messe nei
terreni di competenza dell'autostrada e quindi loro ci
garantiscono anche la manutenzione", ha annunciato Filippini.
Sulle barriere, ha assicurato, "stiamo correndo. In due mesi
abbiamo già chiuso Milano, parliamo quindi di centinaia di
chilometri. Daremo poi priorità alla Cisa, anche se è veramente
molto complicata come territorio. Il ministero della Salute sta
acquistando le gabbie per la cattura degli animali che daremo in
gestione solo all'interno delle zone di controllo di espansione
virale all'esercito e alla polizia provinciale". La lotta alla
peste suina parte tuttavia con un organico dei veterinari di
sanità pubblica sottodimensionato rispetto alle esigenze dettate
dall'emergenza e sul territorio italiano mancano anche mattatoi
specializzati per un macello delle carni selvatiche separato ed
esclusivo. "Dovremmo rapidamente recuperare nuovi veterinari.
Siamo in difficoltà, - ha ammesso Filippini - anche perché
abbiamo una categoria di professionisti che sta andando in
pensione. Inoltre i veterinari che seguono i focolai non possono
rientrare in altri allevamenti prima di una settimana e quindi
occorre una rotazione dell'organico". Nel frattempo indennizzi
per gli allevamenti colpiti vengono chiesti dal presidente di
Coldiretti Ettore Prandini: "oltre ai danni diretti, legati alla
perdita dei capi - ha detto - occorre includere anche quelli
indiretti, con gli allevamenti costretti ad interrompere
completamente tutte le attività, comprese quelle di
ripopolamento".
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