Rarissimo caso di severa
osteoporosi transitoria in gravidanza: la Clinica di Ortopedia
Adulta e Pediatrica e la Clinica di Ostetricia e Ginecologia
dell'Aoum pianificano il parto e dopo pochi giorni impiantano la
protesi d'anca per via mini invasiva. Un intervento concluso con
successo ad Ancona. La storia di Giada, Senigalliese di 31 anni
alla 35esima settimana di gravidanza, è iniziata con un dolore
alla coscia che peggiorava nell'arco dell'ultimo mese di
gestazione, poi il cedimento spontaneo dell'arto e la corsa nel
Pronto Soccorso della sua città. La diagnosi: frattura scomposta
del collo del femore. Dopo una serie di contatti tra i reparti
di Ginecologia e di Ortopedia dei rispettivi Ospedali
(Senigallia e Aoum), la decisione, in considerazione della
complessità del caso, di trasferire la paziente presso la
Clinica di Ginecologia ed Ostetricia del Salesi diretta dal
Andrea Ciavattini, in accordo con Antonio Gigante, direttore
della Clinica di Ortopedia Adulta e Pediatrica. Gli
approfondimenti diagnostici e il confronto tra specialisti
chiariscono la diagnosi, la paziente risultava affetta da un
rarissimo caso di severa osteoporosi transitoria della
gravidanza, una sindrome che rende lo scheletro particolarmente
fragile nelle ultime settimane di gestazione e che ha causato la
frattura spontanea del femore. Valutate le possibili opzioni
terapeutiche che, dal punto di vista ortopedico, non
contemplavano interventi diversi dalla sostituzione protesica
dell'anca, a meno di non voler correre rischi importanti per il
feto e per la paziente stessa, a causa della importante
scomposizione della frattura è stato deciso l'intervento.
Determinanti il coraggio della paziente e la sua fiducia nei
medici che ha consentito di pianificare prima il parto cesareo
programmato e, una volta salvaguardata la salute della piccola,
dopo pochi giorni la sostituzione protesica dell'anca. L'
intervento di protesi di anca è stato eseguito all'ospedale di
Torrette da Nicola Giampaolini coadiuvato da Leonard Meco, dall'
Anestesista Luca Pecora e dal medico in formazione specialistica
ortopedica Gianluca Clementi. "La tecnica utilizzata è stata la
via anteriore mini-invasiva, che grazie ad una incisione di
circa 8 cm e senza danneggiare nessun muscolo, consente di
eseguire la sostituzione totale dell'articolazione nei casi di
frattura e di artrosi dell'anca - spiega il giovane ortopedico
Nicola Giampaolini -. Questa tecnica è stata introdotta nella
nostra Clinica da ormai tre anni e sono stati superati i 100
casi trattati: tale esperienza ha consentito di affrontare anche
una situazione particolarmente delicata come questa. L'accesso
anteriore mini-invasivo permette di ridurre le complicanze
tipiche legate alla sostituzione protesica dell'anca quali la
lussazione ed una differenza di lunghezza degli arti. Anche il
recupero post-operatorio risulta più rapido, elemento
fondamentale in questa circostanza. L'intervento presentava
infatti diverse difficoltà, legate soprattutto alla marcata
fragilità ossea della paziente al momento dell'atto chirurgico,
ma la protesi è stata impiantata senza difficoltà come
programmato". Nel pomeriggio dello stesso giorno la paziente è
stata trasferita presso la Clinica di Ginecologia ed Ostetricia
del Salesi per poter stare da subito vicino alla sua piccola e
nei giorni immediatamente successivi la paziente ha avuto modo
di mettersi in piedi e di iniziare il percorso riabilitativo e
la sua nuova avventura da mamma", spiega Antonio Gigante.
"Questa storia ci ricorda il valore della Sanità Pubblica in
grado di prendersi cura del paziente in ogni suo aspetto e
l'importanza del lavoro di squadra perfettamente calibrato e
preparato con cura", commenta Armando Marco Gozzini, Direttore
Generale Aoum.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA