"Il nostro sistema di trapianti è un
sistema che può raggiungere delle eccellenze e complessità ma
che si regge soprattutto sulla solidarietà, che è il tema più
importante, ovvero sul fatto che ci sia qualcuno che intende
donare, ci raggiunge e ci consente di arrivare a questi grandi
risultati". Così Giuseppe Feltrin, direttore del Centro
Nazionale Trapianti, a margine della conferenza stampa di
presentazione della prima donazione samaritana di un rene, dopo
l'era Covid. Una donazione che ha permesso, grazie ad un anonimo
donatore vivente di rene di avviare una catena di donazioni e
trapianti incrociati tra coppie incompatibili riportando a una
vita normale tre pazienti in lista di attesa.
Tre i trapianti di rene realizzati in simultanea nei centri
di Padova, l'Aquila e Bologna dai chirurghi Lucrezia Furian,
Fabio Vistoli e Matteo Ravaioli. Più di 1000 km percorsi in
poche ore dalle Lamborghini della polizia stradale per garantire
il trasporto dell'organo e 110 tra medici, infermieri,
psicologi, biologi e personale del Cnt e dei coordinamenti
regionali di Veneto, Abruzzo ed Emilia-Romagna che hanno
consentito gli interventi.
"Questa è la nona donazione samaritana in Italia - continua-
la prima dal 2019 e rappresenta tutto l'impegno di una rete che
ogni giorno lavora per cercare di dare una risposta a più di
5.000 pazienti che in Italia aspettano un trapianto di rete.
Credo che questa donazione sia uno dei segnali più concreti di
quanto sia sicura, un atto che non toglie niente a nessuno ma
che invece aggiunge una serie di grandi opportunità a chi ne ha
bisogno", conclude Feltrin.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA