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Alzheimer, rischio aumenta del 20% con dieta pro-infiammatoria

Alzheimer, rischio aumenta del 20% con dieta pro-infiammatoria

Con picchi fino 80%. Previsti oltre 150 mln malati entro il 2050

ROMA, 17 dicembre 2024, 13:37

Redazione ANSA

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Il consumo di cibi ad alto potenziale infiammatorio, come alimenti particolarmente grassi, aumenta il rischio di sviluppare una forma di demenza, come l'Alzheimer, di circa il 20%, con picchi fino all'80%. È quanto emerge da uno studio coordinato da ricercatori dell'University of Texas Health Science Center di San Antonio (Usa) pubblicato sulla rivista Alzheimer's & Dementia.
    "La demenza è attualmente una delle più grandi sfide globali per la salute, con stime che prevedono che 152 milioni di persone vivranno con demenza in tutto il mondo entro il 2050", scrivono i ricercatori. Da qualche tempo, diversi studi suggeriscono un effetto protettivo di alcuni regimi alimentari, come la dieta Mediterranea. Tuttavia, a oggi non esistono risultati definitivi.
    La ricerca ha seguito 1.487 ultrasessantenni in media per circa 13 anni, un lasso di tempo in cui circa 1 su 5 ha sviluppato una forma di demenza. Il team ha inoltre analizzato la dieta abituale dei partecipanti, attribuendole un indice di infiammazione sulla base della sua composizione. Elementi come i grassi saturi, la quantità di colesterolo, l'elevato apporto energetico erano tutti fattori considerati pro-infiammatori.
    Elementi, questi, di cui è ricca la dieta occidentale, precisano i ricercatori.
    Secondo l'analisi, l'adesione a una dieta pro-infiammatoria aumenta di circa il 20% il rischio di demenza, tuttavia, nei casi in cui l'indice di infiammazione era particolarmente elevato l'aumento del rischio superava l'80%.
    "In conclusione punteggi di indice infiammatorio più elevati sono stati associati a un aumento di demenza da tutte le cause e da malattia di Alzheimer", concludono i ricercatori.
    "Incoraggiamo studi futuri per indagare questa relazione".
   
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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