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Medici e infermieri in piazza, sciopero contro la manovra

Medici e infermieri in piazza, sciopero contro la manovra

Sindacati, a rischio 1,2 milioni di prestazioni

ROMA, 20 novembre 2024, 09:02

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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E' in corso dalla mezzanotte di oggi lo sciopero nazionale di medici ed infermieri per protestare contro la legge di Bilancio 2025 considerata 'deludente'. Lo sciopero, accompagnato da una manifestazione a Roma, è proclamato dal sindacato dei medici ospedalieri Anaao-Assomed, dal sindacato medico Cimo Fesmed e dal sindacato degli infermieri Nursing Up.
    Sono 1,2 milioni le prestazioni sanitarie che potrebbero saltare per lo sciopero nazionale di 24 ore dei medici, dirigenti sanitari, infermieri e altre professioni sanitarie. A rischio, affermano le sigle sindacali, sono tutti i servizi di assistenza, esami radiografici (50mila), 15mila interventi chirurgici programmati e 100mila visite specialistiche.
    Garantite, invece, le prestazioni d'urgenza.
    Il testo della Legge di Bilancio per il 2025, sostengono i sindacati, "conferma la riduzione del finanziamento per la sanità rispetto a quanto annunciato" e la manovra, rilevano, prevede un aumento dell'indennità di specificità medica sanitaria di 17 euro netti per i medici e 14 euro netti per i dirigenti sanitari per il 2025, 115 euro nel 2026 per i medici e zero per i dirigenti sanitari, mentre nelle tasche degli infermieri arriverebbero per il 2025 circa 7 euro e per il 2026 circa 80 euro. Altri motivi della protesta toccano inoltre i contratti di lavoro, compresi quelli dell'ospedalità privata, a cui "vengono assegnate risorse assolutamente insufficienti"; mancata detassazione di una parte della retribuzione; mancata attuazione della normativa sulla depenalizzazione dell'atto medico e sanitario. In piazza anche per protestare contro l'assenza di risorse per l'immediata assunzione di personale e la mancata introduzione di norme che impegnino i ministeri competenti all'immediata attivazione di Presidi di Pubblica Sicurezza negli ospedali italiani al fine di renderli luoghi sicuri per il personale che vi opera.
   

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