Chiedono "rispetto" e urlano
"vergogna" al governo, che ha messo in campo una manovra "senza
risorse sufficienti per salvare il Servizio sanitario nazionale
ed i suoi professionisti". Medici ed infermieri oggi sono scesi
in piazza per lo sciopero nazionale di 24 ore indetto da Anaao
Assomed (medici ospedalieri), Cimo Fesmed e Nursing up: se non
basterà, è il messaggio dei sindacati dal palco della
manifestazione a Piazza Santi Apostoli a Roma, "andremo avanti,
fino alle dimissioni di massa".
La protesta ha toccato un'adesione dell'85% secondo i
sindacati, ma il ministro della Salute Orazio Schillaci, al Tg1,
sottolinea: "Verificheremo domani quelli che saranno i dati
ufficiali sull'adesione allo sciopero, credo inferiori a questi
numeri". E' stata comunque bassa l'adesione media in Veneto
(sotto il 5%) ed in Umbria è stata invece alta "l'adesione
morale": molti medici sono andati al lavoro per garantire lo
smaltimento delle liste d'attesa rinunciando al pagamento della
giornata. Da parte sua, Schillaci ha sottolineato che "questo è
il governo che ha messo più soldi sulla sanità pubblica: sono
stati stanziati oltre 35 miliardi nei prossimi 5 anni. Abbiamo
aumentato le indennità di specificità dei medici e l'abbiamo
introdotta anche per gli infermieri, e spero che nella manovra
si possa aggiungere qualcosa su questo capitolo". Quanto alle
affermazioni della leader del Pd Elly Schlein secondo cui il
governo "sta smantellando la sanità pubblica", Schillaci
commenta: "Credo che questa sia solo propaganda". Negli ospedali
non sono comunque mancati i disagi, anche se la Federazione
delle aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso) ha precisato che
lo sciopero di medici, dirigenti sanitari, infermieri e altre
professioni sanitarie ha fatto registrare limitate criticità
nell'erogazione dei servizi ai cittadini, con "minimi disagi
rilevati a macchia di leopardo nel territorio nazionale".
Secondo i sindacati, però, a saltare sono stati 1,2 milioni di
prestazioni: i servizi di assistenza, esami radiografici
(50mila), 15mila interventi chirurgici programmati e 100mila
visite specialistiche. Garantite, invece, le prestazioni
d'urgenza. La protesta, precisano le organizzazioni - che
parlano anche di un eccesso di precettazioni da parte delle Asl
- non è ovviamente 'contro' i cittadini: "Se siamo qui in piazza
- afferma il segretario Anaao, Pierino Di Silverio, dal palco -
è proprio per i pazienti. Negli ospedali le condizioni sono
ormai inaccettabili". Sfidando la pioggia ed il cielo grigio,
circa 1000 tra medici e infermieri affollano muniti di bandiere
la piazza romana. Le parole più urlate sono 'Rispetto' e
'Vergogna'. Di Silverio, con i presidenti di Cimo Guido Quici e
di Nursing up Antonio De Palma, espone le ragioni della
protesta: "Viviamo in una condizione che definire drammatica è
poco: stipendi bassi, strutture fatiscenti, violenza, assenza di
medicina sul territorio. E dopo 15 anni di costanti
disinvestimenti nella Sanità pubblica, il governo non si
vergogna con questa manovra di elargire 14 euro in più al mese
ai medici e 7 agli infermieri, a fronte di zero assunzioni e di
una legge di Bilancio 2025 che conferma la riduzione del
finanziamento per la sanità". E la protesta non finisce con lo
sciopero di oggi: "Arriveremo ad azioni estreme e alle
dimissioni di massa". Medici e infermieri si sono rivolti anche
alla premier Giorgia Meloni, con una lettera in cui denunciano
investimenti insufficienti e chiedono un rilancio vero del Ssn
ed un incontro urgente. Solidarietà arriva dai medici di
famiglia della Fimmg: "Se necessario, anche la Medicina Generale
è pronta ad azioni di protesta". Vicinanza è espressa da
esponenti del Pd, mentre Angelo Bonelli (Avs) ricorda che 4,5
milioni di italiani rinunciano alle cure a causa delle lunghe
liste d'attesa e 2,5 milioni non possono permettersele per
ragioni economiche. Netta, invece, la posizione di FdI:
"Rispetto lo sciopero, ma stiamo facendo il possibile per
migliorare la situazione", afferma il vicecapogruppo alla
Camera, Alfredo Antoniozzi.
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